martedì 23 dicembre 2008

LA VITA DI UN SINTO DI BOLZANO

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LA MIA VITA
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prima parte
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radames gabrielli
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Il mio ricordo incomincia all’età di circa quattro anni, eravamo accampati con le nostre piccole roulot e carri in mezzo agli alberi di melo, in piena campagna, mi sembra di ricordare che era caldo, mio zio stava strigliando il suo cavallo, non mi ricordo bene se era bianco oppure nero, ma mi ricordo che prese me ed i miei cugini e ci a messo in groppa al cavallo, lui teneva sia noi che il cavallo con le redini, era molto bello, ci divertivamo un mondo, ma ero molto piccolo perciò i miei ricordi saltano ad anno a anno, mi ricordo che ci fecero accampare in via San Maurizio, a Bolzano, avevo si o no cinque anni, eravamo accampati tutti insieme, la mia famiglia, i miei nonni con i propri figli a altri parenti come zii, cugini ecc. i miei avevano una carovana di circa cinque metri, l’interno era composto di una stufa a legno che era usata sia per scaldare che per uso cucina, un letto per i miei genitori e qualche sedia e tavolo. I miei genitori avevano avuto dieci figli, “pensate in una carovana di 5 per 2 metri in dodici persone” la sera tutti noi figli dormivamo in un grande letto per terra, in mezzo alla carovana, era anche bello, ma per i bambini tutto e bello, perchè i bambini sono bambini e non devono sapere niente dei problemi della vita, all’epoca c’era tanta neve, ed era molto freddo, e noi ci scaldavamo solo con una stufa piccolissima ad legna.
Eravamo accampati all’inizio di un bellissimo bosco, un giorno vennero delle ruspe mandate dal Comune “almeno credo” tutti noi bambini eravamo molto curiosi, ci piaceva vedere e correre intorno alle ruspe, siccome eravamo in molti e all’inizio del bosco non ci stavamo, allora vennero a fare una strada che portò all’interno del bosco, era un bosco di montagna, perciò fecero una strada in salita piana di curve, fecero delle piccole piazzole per metterci con le nostre roulot, mio padre si andò a mettere alla fine della strada, fino in cima, si fece una piazzola in mezzo alle piante, mi ricordo che mio padre e mio zio, si misero a costruire una piccola roulot di faigite, con dei piccoli listelli di legno, era per mio zio, una volta non le compravano come facciamo oggi, li costruivano come volevano loro, noi bambini salivamo ancora prima che la finissero, e mio padre ci sgridava.

Finita la roulot mio padre pian piano cominciò a costruirsi una piccola casetta di legno, mi ricordo perchè eravamo molto contenti di avere una casa tutta per noi, mio padre era molto bravo, così si mise a costruire la casa, tutti gli davano una mano, diventava sempre più bella, e più grande, c’era la camera da letto per i miei genitori con una porta, la cucina ecc. era una bellissima casetta, sembrava una casa di cow boy del west americano. Ma ci mancava l’acqua e la luce, per la luce non mi ricordo come fece mio padre, ma per l’acqua mi ricordo. Mio padre andò a comprare un lunghissimo tubo grande, siccome dalla montagna scendeva un piccolo ruscello, chiamò i miei cugini e i miei fratelli più grandi, fece tirare il tubo fino su sulla montagna, il più alto possibile, dove nessuno andava a sporcare l’acqua, prese un imbuto lo infilò nel tubo, sopra l’imbuto ci mise un retina molto fina, con dei buchi molto piccoli, in un modo che passasse solo l’acqua e non le impurità, costruì una specie di filtro.
Intanto compro anche del cemento, della sabbia, delle tavole e costruì una grande fontana, dove si poteva bere e anche lavare tutto quello che si voleva. Tutti erano contenti, avevamo l’acqua vicinissimo a casa, non occorreva più andare a prenderla con i secchi d’alluminio, molto pesanti nel portare a spalla.
Quella casetta in mezzo al bosco ci fece passare un po’ di anni felici e tranquilli i miei genitori erano contenti, finalmente si poteva stare un po’ larghi e soli.
La casa serviva anche per le grandi feste, come il Santo Natale, il capodanno, si divertivano un mondo, suonavano, ballavano, bevendo e mangiando quel poco che avevano preparato giorni prima in occasione delle grandi feste che stavano arrivando. All’epoca c’era più felicità di oggi, i più grandi si divertivano con pochissimo, trovavano mille modi per divertirsi, faceva gara chi saltava il più lontano, chi più in lato, chi centrava un albero piccolissimo con un coltello oppure un mannarino, chi buttava più lontano un grande sasso, chi alzava il masso più grande, si divertivano in mille modi, e noi bambini correvamo sempre in giro nel bosco, c’erano dei serpenti, scorpioni, dei altri animali che chiamavamo “mangia patate” avevano dei corni grandissimi, ci giocavamo quasi sempre, sia con serpenti che con gli altri animali. Ma il nostro gioco preferito era ai cow boy e indiani oppure ai spadaccini, “i tremoschettieri” , ci costruimmo dei archi e frecce per quando giocavamo agli indiani e spade e coltelli quando giocavamo ai moschettieri.
I miei cugini più grandi giocavano ai Sinti, cioè si costruivano delle piccole roulot con due ruote di carrozzine e la faigite, e giocavano che erano una famiglia di Sinti sposati, cucinavano e mangiavano davvero come se fossero una famiglia adulta. Erano i più furbi, giocavano sempre con le donne, e noi più piccoli non capivamo il perchè.

Era lì, in Via San Maurizio che incominciò la scuola per me e i miei cugini, era mio padre che ci accompagnava a scuola, con un pulmino giallo, con la scritta “scuolabus”.
Anche se all’epoca la scuola ci sembrava bella, oggi mi vengono in mente tanti fatti discriminanti. Quasi tutti noi frequentavamo regolarmente le lezioni, anche se erano pochissimi i maestri che lavoravano con impegno e pazienza, al contrario i maestri che non gli interessava se studiavano e imparavano qualcosa, erano la grande maggioranza, non gli importava se alla fine dell’anno c’erano dei risultati, positivi o negativi, se erano bocciati o se dovevano ripetere la stessa classe anche l’anno dopo.
La scuola era situata a due piani, al primo piano c’eravamo noi Sinti, al secondo i bambini Gage, non si poteva per nessun ragione al mondo andare al secondo piano, era proibito sia per i Sinti che per i Gage scendere al primo piano, non potevamo frequentarci o parlarci, perfino quando c’era la ricreazione all’aperto o la pausa panino/colazione non si poteva uscire insieme, non si poteva giocare insieme a pallone o qualsiasi altro gioco, si lasciava la classe soltanto a turno, prima i Gage dopo…solo dopo, potevamo uscire noi Sinti, le lezioni non finivano parallelamente, ma singolarmente.
Grazie a quegli insegnamenti, le rare volte che ci potevamo vedere, i bambini Gage imparavano a deriderci e a prenderci in giro davanti a tutti, chiamandoci con disprezzo “zingari, zingari” e in altri mille modi diversi, e così con la demoralizzazione nel cuore, noi ci difendevamo tante volte arrivavamo anche a fare botte, creammo delle piccole bande tra Sinti e Gage, avevamo un accordo per incontrarci di nascosto a fare botte, lotte tra bambini adolescenti di un’età fra i 6 e 11 anni.
Bambini ancora piccoli, piccoli al punto che non potevamo sapere che cosa era l’odio e la cattiveria, ma avevamo la certezza che era il modo giusto, perché insegnato dagli stessi genitori.
Ma il più strano era che quando i maestri arrivavano a dividerci, non sgridavano o davano la colpa a tutti i bambini, ma solo e sempre nostra, perciò ancora piccoli sapevamo già che non eravamo ben accettati, crescevano con la consapevolezza d’essere malvisti odiati e derisi.
Quando avevamo capito tutto questo, incominciammo a giocare da soli, il pallone era il gioco più frequente a scuola, appena uscivamo alla pausa ricreazione, giocavamo subito a palla, e quelli che non potevano giocare a pallone giocavano i giochi insegnatoli dai maestri, come salto in alto, in lungo, e tanti altri giochi che si potevano fare sia con maschi e femmine, a parte tutto il resto era bello andare a scuola, o provato a stare a casa dicendo che ero ammalato, ma poi mi pentivo pensando ai altri che erano tutti a scuola e io solo a casa.
Allora mi sono messo a studiare, mi piaceva molto, anche se qualche volta litigavo con certi maestri mi piaceva lo stesso.
Eravamo in due della mia classe che dovevamo andare alle scuole medie, ma pensavamo come era difficile andare d’accordo con i bambini Gage e che eravamo solo in due in mezzo a tantissimi bambini Gage, non ci siamo andati, io o preferito andare a scuola per un altro anno alla quinta elementare.
Nella scuola ci avevano insegnato vari temi, e c’era anche il catechismo, perciò con altri bambini Sinti, prendemmo la prima comunione, non mi ricordo quanti anni avevo e nemmeno come era, in mezzo a noi c’era anche mia sorella più grande. Quando si tornava a casa eravamo ancora più felici, ci mettevamo subito a giocare in mezzo al bosco, non ci importava se stava diventando notte e non si vedeva quasi niente, importava solo divertirci e basta. Solo quando ci chiamavano per mangiare tornavamo a casa, mangiavamo e poi guardavamo la televisione, la televisione…era in bianco e nero, quando la comprata mio padre, per noi era una grande sorpresa, era bellissima, la comprata appena finito la costruzione della casetta in mezzo al bosco, era la prima televisione che vedevamo, immaginate la nostra gioia, anche noi avevamo una televisione in casa, e anche se noi bambini potevamo vedere solo fino al Carosello, poi dovevamo andare a dormire, ma per noi andava bene, eravamo contenti lo stesso.
Era l’unico televisione della mia famiglia allargata, cioè nonni zii e cugini, quando facevano vedere un bel filmato di cow boy allora tutti si sedevano per seguire il film, chi sulle poche sedie, chi per terra.
Penso che i miei anni più belli fossero proprio in quei anni in Via San Maurizio, o tantissimi bei ricordi di quella via.
Mi ricordo che era la prima volte che mi sono innamorato, avevo si o no, sei o sette anni, incomincio così, un bel giorno arrivarono dei camion e una bella macchinona, erano dei Gage che vennero a stabilirsi vicino a noi, si presero un posto e si misero subito a lavorare, con le ruspe fecero un piccolo piazzale, e subito incominciarono a costruire una casa di cemento e mattoni, era stretta ma molto lunga, in un batter d’occhio la costruirono, da quel che mi ricordo in un po’ di giorni la finirono con arredamento competo, camere cucine salotto tutto quello che serviva per una casa, vennero ad abitarci appena finito l’arredamento.
Era una famiglia abbastanza grande, mi sembra che c’erano due figli maschi tre o quattro femmine, e tra quelle femmine c’era quella che mi ha fatto innamorare, una bellissima bambina mora, ma il bello era che non mi sono mai dichiarato, lei non sapeva niente, anzi non mi guardava nemmeno.
Un giorno tornando da scuola mi sono deciso di dirglielo, ma non a voce, perchè ero molto timido, allora scrissi una letterina, e misi all’interno un piccolissimo giocattolo, ma la disgrazia di avere sette sorelle mi impedì di recapitare la letterina, una delle mie sorelle mi vide che nascondevo qualcosa, riuscì a trovarla ance se io la nascosi, l’apri e la letta davanti a tutti, io rosso dalla vergogna scappai fuori da casa in mezzo al bosco pieno di rabbia contro mia sorella, li fini il mio primo amore.
Ma la vita continuava, giocavamo e studiavamo come tutti i bambini dell’età di tutto il mondo di 6 - 10 anni, l’inverno per noi era duro, all’epoca la neve cadeva sempre, anche se a noi bambini piaceva per i nostri famigliari non era facile, perchè loro dovevano andare a lavorare, le donne andavano a vendere dei centrini, asciugamani, tovaglie ecc, andavano a piedi, chi fino in centro città e ci preferiva andare sulla montagna dai contadini, che gli davano patate, latte, burro e altro, in cambio di tovaglie o mano d’opera per aiutare in casa a pulire ecc.
Gli uomini andavano a suonare davanti alle case, scuole, uffici ecc, e di notte nei locali come taverne, bar, ristoranti cantine ecc, ecc.
Solo mio padre aveva due lavori diversi, un era che ci portava a scuola con un pulmino, e l’altro la sera andava a suonare con il violino nei locali di paesi, città ecc.
Ma a noi non ci interessava, noi pensavamo solo a giocare, l’inverno ancora meglio, ci costruivamo delle slitte con i coperchi dei fornelli a gas da cucina, ci salivamo e via…fino all’arrivo, non ci importava se ci facevamo male, importante era giocare e divertirci.

Finito l’inverno, finiva anche la scuola, si doveva partire per lavorare, i miei dovevano cercare posti di turismo per suonare e guadagnare di più, io era contento perchè o si andava al mare oppure al lago, del Garda, di Como oppure al lago Maggiore, ma per me era uguale perchè mi piaceva nuotare, ma a mio padre piaceva andare all’estero, gli piaceva conoscere altri stati, paesi nuovi, dove non c’era mai stato.
La mia famiglia era cattolica, seguiva la chiesa, d’accordo con il parroco, la mia famiglia incomincio ad andare in pellegrinaggio a Lourdes in Francia, a trovare la Madonna, in quel posto sembrava di essere in un'altra dimensione, c’era tanto silenzio, anche se c’erano migliaia di persone, il silenzio era immenso, si sentiva solo le persone che pregavano, chi in piedi e chi in ginocchio davanti alla statua della Madonna. Proprio in paese avevano allestito un grande piazzale attrezzato con bagni docce wc, dove potevamo accamparci con le nostre roulot, penso che era comunale, ed era attrezzato apposta per noi Sinti, c’era anche un grande palco per la musica, c’erano tantissimi Sinti arrivavano dalla Germania, dalla Svizzera, dall’Austria, dalla Spagna, arrivavano da tutta l’Europa per pregare in pellegrinaggio per la Madonna di Lourdes.
Chi con le roulot, camion, carri, corriere, autobus, per le famiglie che non avevano posto per dormire, c’era pronta una grande tenda militare, e una di quella tenda fu data anche a noi perchè eravamo una famiglia numerosa, mi ricordo un fatto che non mi dimenticherò mai, la mattina verso mezzogiorno, mio fratello e mio cugino andarono a prendere l’acqua con dei bidoni di latta, tornando indietro cominciarono a battere sui bidoni con dei legni e incominciarono a cantare, (mio fratello cantava molto bene), e cantava sempre più bene e forte, tutto d’un tratto lo seguirono diversi Sinti, più cantava e più diventavano i Sinti che li seguivano, qualcuno incomincio a gridare che era “Antovan” ( un cantante Francese di successo) allora tutti diventavano matti, mio fratello e cugino dovettero scappare, la folla diventò immensa, li seguirono fino alla nostra tenda, tutti volevano che mio fratello cantava, c’erano perfino donne con i piatti in mano, ancora insaponati, allora mio fratello costretto a cantare, prese la chitarra, si mise sopra il tetto della macchina e cantò, dovette cantare parecchie canzoni per calmare il pubblico, e dovette promettere che cantava la sera sul palco.
Infatti tutti i Sinti non erano venuti solo per pregare per la Madonna, ma erano venuti anche incontrare vecchi amici, per divertirsi e cimentarsi, fra Sinti e Gage.
Arrivò la sera, e tutti i Sinti si stavano esibendo, tutti i musicisti d’Europa erano pronti a cimentarsi, a confrontarsi, c’erano i violinisti più bravi e famosi, chitarristi e cantanti migliori, che facevano a gara chi cantava e suonava meglio, in mezzo a questi gruppi c’erano anche mio cugino, mio Padre e mio fratello, due violini un chitarrista e cantante, la musica che suonavano gli altri era quasi tutta Jezz, i miei famigliari suonarono sempre la stessa loro musica, musica Ungherese, la Tzardas, che alla maggioranza dei Sinti e Gage piacque molto.
Finito il concerto incomincio la Via Crucis, tutti i Sinti andarono a pregare sulla “Via Crucis” con delle candele coperte da una carta, con impressa l’immagine della Madonna o di Gesù, era la strada ricostruita, che Gesù fece quando lo mettevano in croce, all’epoca si contavano circa 4-5 mila Sinti provenienti da tutte le parti d’Europa. Ma non fu solo il primo anno, dopo quella prima volta, ci andavamo tutti gli anni.
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domenica 19 ottobre 2008

SINTI...CHI SONO...PERCHE' LA PERSECUZIONE...

Ma chi sono i sinti.


Si afferma che i Sinti, provengono dall’India settentrionale, da dove emigrarono per cause ancora sconosciute, si afferma che passarono in Persia, in Grecia, nei Balcani e da lì si diviserò e si sparpagliarono in tutto il mondo, specialmente in Europa, dove ancora oggi ci sono tantissimi Sinti e Rom, sembra che il loro girovagare abbia iniziato nei dintorni del 1400, si distinguono in due gruppi maggioritari, i Sinti e i Rom, fra questi due popoli ci sono tantissime Minoranze sparse per il mondo, in Italia ci sono i Sinti Estraicharia, khranaria, khrasaria, i veneti, i piemontesi, i lombardi ecc, poi ci sono le Minoranze Rom che sono gli istriani, sloveni, croati, kalderasha, lovaria, khorakhane, ecc.
Da quella partenza cominciò il loro girovagare, all’inizio girarono perché non potevano fermarsi da nessuna parte, perché erano stranieri, persone mai viste, mai conosciute personaggi cosi strani, neri ma non neri, bianchi ma non bianchi, non si capiva chi erano e da dove venivano, e perciò scacciati e mandati via da tutte le parti, obbligati a girovagare senza mai fermasi piu dello stretto necessario, il Sinto era diventato un popolo di girovaghi che lavoravano un po’ qua e un po’ là, chi con gli orsi, con i cavalli, battitori di rame, fabbri, saltimbanchi, musicisti ecc, ecc.

I Sinti giravano per tutte le Regioni, Province, Comuni ecc, andando in giro con i loro carrozzoni trainati dai bellissimi cavalli neri o bianchi, era gente molto allegra e vivace, quando si fermavano per passare la notte, nei verdi prati, o nei bellissimi boschi, accendevano dei bellissimi fuochi, i giovani tiravano fuori dai carrozzoni le chitarre e i violini, e le ragazze incominciavano a ballare al bellissimo ritmo delle loro canzoni, ideate al momento, intorno il fuoco, che si alzava vigorosamente in alto, verso il cielo, e mentre le donne piu anziane preparavano da mangiare, i loro uomini accudivano i cavalli dandogli da mangiare e bere, strigliandoli con amore, i più giovani dovevano accudire i carri e raccogliere legna per il fuoco, fieno per i cavalli, e prendere l’acqua dai ruscelli vicini.
Finito di fare i lavori quotidiani e dopo aver mangiato, si preparavano ad andare in paese con i violini e chitarre, andando a suonare per la gente del paese, per farla divertire e per raccogliere un pò di soldi per la famiglia, ritornando a casa ubriachi di vino e di stanchezza.
La mattina le donne andavano al paese a leggere la mano o le carte, a predire il futuro a chi voleva sapere qualcosa del futuro, oppure a vendere i cesti, borse e fiori che gli uomini costruivano con i rami di vimini ecc, seduti vicino ai loro carri.
Ma i Sinti non erano soltanto dei bravissimi musicisti, ma erano anche dei bravi liutai che si costruivano violini, chitarre e mandolini, e fabbri per i ferri dei cavalli e tutto quello che si doveva costruire in ferro.

I Sinti hanno fatto questa vita per molti secoli, fino a quando non incominciarono le discriminazioni, odii razziali e le grandi guerre mondiali, dove pian piano nei archi di moltissimi anni distrussero la maggioranza dei popoli Sinti e Rom, oggi in tutta l’Europa rimasti in 10 milioni, voi Gage Italiani“non tutta l’Europa”ma solo voi d’Italia…siete all’incirca 56/57milioni…
Uccisi, violentati, resi schiavi, rinchiusi in appositi campi di raccolta, legati sulle galere a remare, bambini e donne resi sterili soltanto per non ricrearsi e altre cento…mille violenze subite.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la loro vita sembrava che andava un po’in meglio, la gente sembrava un po’ più buona, più umana, dopo la guerra c’era un po’di più amore verso tutti. I lavori per i Sinti cominciavano ad andare meglio, si riusciva a vendere qualcosa in più, chi pagava con i soldi, chi con fieno, galline, patate ecc, ecc. ci si aiutava tra tutti.

Ma dagli anni cinquanta, sessanta in poi, pian piano le cose ricominciarono a cambiare, rispuntò la paura del diverso, la discriminazione e l’odio razziale, la cattiveria superò i tremendi ricordi delle guerre passate.
Per il Sinto ricominciò il calvario passato, si ricostruirono i campi nomadi, posti orrendi dove rinchiudere i Sinti e Rom in tempo di pace, non permettendo più ai Sinti di girare liberi dove volevano, di lavorare con i loro lavori Tradizionali, di andare a vendere mercanzie artigianali.

Oggi non ci sono piu i cavalli, i carrozzoni, i boschi, i prati, oggi abbiamo le automobili, le roulot, ma non si può piu girare il mondo, non si può fermarsi dentro un bel bosco, in mezzo ad un prato verde con tanti fiori, i bambini non possono piu correre liberi dove vogliono ( questo vale per tutti i bambini del mondo) oggi c’e’ il cemento, la ghiaia, la recinzione, i grattacieli a mille piani, senza prati, alberi, fiori, non si può piu divertirsi con la natura, oggi c’e’ il vietato entrare, pian piano la stanno distruggendo, ammazzandola in tutto il mondo.
Nei grattacieli vorrebbero mettere anche i Sinti, il Sinto che è come la natura, come l’albero, il prato, il bosco, vogliono far scomparire il popolo Sinto, come faranno scomparire tutta la natura, pian piano distruggeranno tutto il mondo, forse qualcuno riuscirà a dire ! “Cosa abbiamo fatto” Peccato che lo diranno quando sarà troppo tardi, perché a nessuno interessa veramente la sorte della terra, ma gli interessa solo vivere il presente e pensare come fare soldi.
Il Sinto e un popolo perseguitato, odiato da tutti e vive molto male, oggi non può più girare per il mondo, quando va in giro con la sua roulot, e si ferma in un qualsiasi posto, ( anche nei campeggi ) appena vedono che sono Sinti arrivano le forze d’ordine (di solito, chiamati dai cittadini o gestori ) a mandarli via, anche se stanno cucinando, mangiando o sostano provvisoriamente per un paio d’ore, in certi comuni d’Italia vengono addirittura a svegliarli dopo la mezzanotte ( alle due o tre di mattina) non gli interessa che ci siano bambini e vecchi che dormono, a loro interessa solamente scacciarli, dicendo sempre la solita frase “ qui non si può sostare o campeggiare”. Tanti Sinti oggi anno perfino comprato dei camper con la speranza di poter girare e per fermarsi dove gli capita, ma anche in quel caso e solo una speranza.
Ma come può fare il Sinto a lavorare con questi sistemi, ed in queste condizioni molto precari. Per trovare degli ingaggi per la sua musica, deve girare a cercare i posti migliori, deve fermarsi nei paesi di massima villeggiatura, ma diventa sempre più difficile.
Per andare avanti prova anche a inserirsi nei lavori della società, lavori nuovi, lavori difficili per il sinto perchè nessuna praticità ed esperienza, ma senza nessun risultato. Nessuno a il coraggio di assumere al proprio servizio un Sinto, non gli sì da fiducia perché subito reputato ladro e delinquente e l’unico lavoro che può ottenere e quello in nero, senza assunzione e senza speranze per il futuro.
Hanno obbligato il sinto ad entrare dentro un campo nomadi, senza chiedergli se per lui andava bene o se voleva andare a viverci, l’anno obbligato a entrare con la forza della disperazione di chi non aveva nessuna altra via d’uscita.
Tanti Sinti stanno scegliendo di vivere negli appartamenti, di rinchiudersi fra quattro mura, una scelta molto dura, per chi vivere all’aperto e la vita, ma bisogna fare la scelta migliore
Un campo nomadi e da chiudere, da eliminare, perchè per il sinto e sinonimo di ghetto e di concentramento, tutti messi insieme, uno sopra l’altro senza un minimo di praivasi, senza pensare alla fine della loro tradizione e cultura, alla fine del proprio lavoro tradizionale insegnato al proprio figlio o nipote con orgoglio e felicità, insegnatogli da generazioni dai suoi avi.
Vogliono che il popolo Sinto abbandoni, millenni di tradizioni e di culture, del suo modo di parlare e di vivere, cosi che non abbia più niente da ricordare, da raccontare e da passare ai propri figli.

GUERRA PER I SINTI...INTRAMONTABILE



Tanti popoli nei tempi passati hanno visto l’orrore della guerra,
Ma l’orrore che à visto il popolo dei Sinti non là visto nessuno… e stato oggetto di razzismo e di discriminazione razziale, e stato uno dei popoli più martoriato e più odiato da diverse etnie, è stato oggetto d’esperimenti, torture e di divertimenti per le “SS”. Specialmente le donne e i bambini… violenze carnali, esperimenti perché gemelli, con occhi verdi ecc, tantissime donne private ad essere mamme gia da bambine.
Il Sinto e stato “ed ancora” il popolo più odiato da tutte l’etnie del mondo, per la maggior parte dalla popolazione gagio era considerato un essere vivente di nessuna utilità, essere di bassa plebe, delinquente, nato solo per un errore ecc. Per questi motivi veniva usato per il più umile e peggior scopo, picchiato, maltrattato e denigrato, solamente per divertimento o per sport.
Nell’ epoca i Sinti giravano per il mondo a piedi senza nessun tipo di trasporto, “d’inverno” dormendo nei fienili e nelle grotte senza riscaldamenti, e d’estate sotto gli alberi coprendosi con il fieno. Nel passare degli anni incominciarono a costruirsi dei piccoli carri tirati a mano, servivano sia a portare i loro averi sia a dormire, e pian piano con gli anni che passarono costruirono dei carri più grandi, trainati da cavalli o buoi, dove potevano viverci e dormire anche d’inverno.
Già in quell’epoca le forze d’ordine “ varie volte con un motivo”, ma la maggior parte delle volte era senza un preciso motivo, era solo perché vedevano un accampamento di Sinti venivano a chiedergli, i documenti e che cosa facevano in quel posto, dopo aver fatto le loro informazioni, venivano subito mandati via, e se non andavano via con le buone allora dovevano andarci con le cattive, malmenandoli e distruggendo le loro cose, non gli davano nemmeno il tempo di mangiare o di dormire la notte, perché svegliare dei Sinti anche se sono adulti, bambini, ammalati o stanchi non c’era nessun’importanza perché essendo Sinti non avevano nessun tipo di diritto, perciò via sloggiare, e così i Sinti hanno incominciato a nascondersi, a cercare dei posti dove non li trovavano e posti dove potevano stare tranquilli per un po’di giorni.
Il tanto odio per i Sinti era solo perché se c’era una mela marcia nel popolo sinto! Per i gage tutto il popolo Sinto era marcio non il singolo !! parole povere “un Zingaro ruba… tutti i zingari rubano”non e un ladro singolo, ma e un popolo ladro!!! Ma quando un gagio ruba, non rubano tutti i gage, il gagio che ruba e considerato un delinquente singolo, non come il zingaro.
E ancora oggi per tantissimi gage per i Sinti non e cambiato niente e rimasto come tanti anni, c’e’ ancora razzismo, discriminazione, odio e il Sinto e rimasto ed rimarrà per sempre un popolo indesiderabile.
Un po’ di tempo fa una pattuglia di polizia e entrata nella proprietà privata del consorzio firmian, dove esiste un accampamento Sinti provvisorio, erano le ore 17 10 circa, di domenica 08 ottobre 2006 entrarono senza scendere e spegnere la macchina, senza che nessuno li avesse mandati, “l’anno anche detto che erano di passaggio e che sono passati per caso”, forse solamente per disturbare, solamente per sport o perché non avevano niente di meglio da fare, così vanno dai Sinti a far vedere la loro superiorità, e chi e che comanda, chiedendogli i documenti a casa loro, senza nessun motivo, facendo finta di non sapere che erano i Gabrielli di via resia (Sinti nativi e stabili a Bolzano.)

Mai le forze d’ordine vengono dai Sinti per fare amicizia, per farsi volere bene, per chiacchierare, per vedere se tutto va bene o se anno bisogno di qualcosa, ho per dire che se avete bisogno noi chiamate verremmo subito, senza guardare di che etnia siete, siete cittadini Italiani anche voi!!!
Come fa il Sinto a fidarsi delle forze d’ordine, a vivere tranquillo, sentendosi addosso gli occhi sospettosi e accusatori di tutti, carabinieri, polizia, cittadini gage, ecc,ecc. ci fanno capire che essendo Sinti non abbiamo nessuna fiducia da parte di nessuno, ci fanno sapere in tutte le maniere che siamo sempre sotto controllo, anche se non facciamo niente di male, anche se non andiamo a rubare o a far casini vari, anche se siamo a casa nostra, anche se non diamo nessun fastidio a nessuno, anche se nessuno li chiama o li manda, o forse vengono senza essere chiamati o mandati perché hanno l’ordine dai loro capi di sorvegliare sia di giorno che di notte tutti i Sinti di Bolzano, senza dare “o non ha” importanza che siano o non siano delinquenti, lavorano o non lavorano, basta essere Sinti ! persone inaffidabili per tutte le popolazioni del mondo.
Ecco perché per i Sinti e i Rom di tutto il mondo la crudeltà della guerra non finirà mai, e incominciata ma non e mai finita, che cosa dovrebbero fare per un cambiamento di vita! Devono rifiutare, abbandonare o rinnegare il loro credo, la tradizione, cultura, usanza e lingua tramandata da generazione in generazione, nascondere che sono un popolo diverso !!
“Sinto”
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STORIA, CAMBIAMENTO, ETNIE...

la quasi scomparsa delle altre etnie.
CHI a cambiato e distrutto la etnia, l’usanza e tradizione degli uomini rossi d’America, gli uomini neri d’Africa, gli Incas, gli Atzechi, i Ebrei, gli Zingari! Anno distrutto anni di tradizioni di usanze, e tutto questo solamente perché avevano un altro credo, una diversa Cultura, tradizione e usanza, impossibile accettare la verità; che cerano persone di diverse etnie, culture, questo era inaccettabile e perciò era meglio sopprimerli, ucciderli tutti, imporli ad una cultura e tradizione diversa, nuova, sottometterli a tutti i costi.
Per questi motivi sono rimaste ben poche le persone in questi popoli martoriati per secoli, e chi e rimasto a dovuto cambiare la sua tradizione,ed suo modo di vivere, ma non solo ha anche dovuto abbandonare il suo credo, la tradizione, la cultura, l’orgoglio, il coraggio, la dignità, il suo tradizionale lavoro e la piu importante di tutto la “ LIBERTA’ ” anno voluto uccidere proprio tutto.
E ancora oggi, per quei pochi Sinti che sono sopravissuti all’olocausto, a quella terribile distruzione di popoli, per i Sinti e Rom la persecuzione, l’emarginazione, la discriminazione ed i pregiudizi, il razzismo continuano, non hanno capito quello che anno fatto nel passato, vogliono rifare tutto di nuovo, vogliono ancora che noi Sinti abbandoniamo tutto, forse siamo i soli che abbiamo ancora un po’ di tradizioni, ed ancora come nel passato, non va bene che ci siano persone di diverse etnie, di diverse culture,oggi non possono ammazzarci perché non ci sono guerre, ma vogliono ancora sottometterci alla loro volontà, alle loro tradizioni e culture. Ma non ci hanno cambiati abbastanza? Non ci hanno decimato abbastanza? Ma cosa vogliono fare, dove vogliono arrivare, vogliono solo un popolo unico…il popolo ariano! Ma non può esistere, perchè esistono tantissimi popoli di diverse etnie sparse per tutto il mondo.
Il razzismo c’e’ sempre stato e ci sarà sempre, finche ci saranno persone che vorranno sottomettere altre persone.

ANCORA OGGI ANNO...2008

Sinti e Rom...dopo anni di un quasi silenzio...
ritorna la schedatura.
la perpetua persecuzione continua...
Oggi nell’anno 2008, Maroni a dato il via alla Polizia di prendere le impronte digitali a tutti gli abitanti di tutti campi nomadi in Italia, (stranieri e italiani) compresi tutti i bambini ancora minorenni, esseri umani marchiati come animali, fotografati e schedati già da piccoli come delinquenti e criminali, l’unico reato colpevoli d’etnia diversa…Sinti e Rom.
Maroni ha riproposto le leggi della Germania, esistenti nei anni 1890, 1909,1920 e 1938, sono stati emanati e dimenticati ormai da più di cento anni fa.

I rastrellamenti d’oggi sono eguali ad allora, all’orrore passato durante la seconda guerra mondiale dai Sinti, Rom ed Ebrei, oggi la differenza e nulla, stiamo tornando al tempo dove rinchiudevano tutti i Sinti e Rom, senza distinzioni d’età e sesso, stiamo tornando alla seconda guerra M, alle disposizioni dal Reichsführer SS e Capo della polizia tedesca, «regolamentazione della questione degli zingari – in base alla disposizione della polizia degli stranieri del 22 agosto 1939 (RGBI. I p. 1053».
Il Mondo…l’Europa…il Governo italiano…il Presidente d’Italia…nemmeno il Santo Padre si fa sentire…personaggi che con un misero piccolo gesto potrebbero fermare tutto quest’assurdo odio razziale, che si sta evolvendo sempre più forte, in tutta l’Italia, si stanno nascondendo, facendo finta di non sentire e vedere il male che si sta perpetuando verso i popoli dei Sinti e Rom, stanno aspettando che un altro olocausto…un nuovo Porrajmos divori tutti, soltanto ala fine interverrà qualcuno a denunciare un altro, a portare un colpevole davanti ad un giudice.
Come fa la gente a dormire, ad alzarsi la domenica mattina, recarsi in chiesa con tutta la famiglia a pregare, a confessarsi, chiedendo “mi assolvi padre perché o peccato” come fanno a credere in Dio se partecipano tacendo, accettando e permettendo applaudendo tutto il male che sta perseverando in Italia. Come fanno tutte le chiese, le religioni… a stare in silenzio, a permettere tutto questo.
I Sinti e i Rom ancora oggi, dopo 60 anni dalla grande guerra, stanno ripassando tutto l’orrore, la paura, la disperazione che hanno provato all’epoca, sono ancora braccati e perseguitati, devono ancor fuggire nascondendosi nelle campagne e nei boschi, tenersi lontano dai centri abitati. Un vento gelido entra nella mente, nel cuore, la disperazione, l’orrore, la paura vista attraverso gli occhi dei bambini, delle donne e dei vecchi, fanno scoppiare le vene di rabbia, ma anche di crepacuore, perché un pensiero forte, sempre più grande si fa strada, ci ammazzano tutti, dove andiamo, cosa facciamo, con cosa ci copriamo quanto fa freddo, i nostri bambini come faranno a crescere sani e forti, senza mangiare e bere , coma possiamo vivere in mezzo a tante barbarie, in mezzo a tante cattiverie…la consapevolezza certa che non si può far niente, i più forti sono loro, i Sinti e i Rom non hanno dei soldati, degli eserciti che li difende, che li salva dal nemico, non possono nemmeno difendersi da soli, perché non hanno nessun tipo d’arma, ne fucili, e ne bombe atomiche, nella loro religione, nella mente, nel cuore non c’e’mai stata la guerra.
I Sinti e i Rom non hanno nessuno che li aiuta, non hanno terre, capitali, petrolio, oro, miliardi, forse se avessero tutto questo, qualcuno direbbe con voce autorevole , Basta Italia…smettila.
Allora di nuovo come allora, stanno cercando di rinchiudere, di scacciare e di eliminare tutte le etnie Sinti e Rom, dopo aver visto che il grande assassino “Adolf Hitler” all’epoca non c’era riuscito, oggi ci riprova d’Italia, coinvolgendo e istigando all’odio razziale, la maggior parte della popolazione italiana, dichiarando che i Sinti e
Rom sono tutti dei criminali, colpevoli dei reati più grandi e crudeli del Mondo,e se tutti i Rom e Sinti d’Italia scomparirebbero…anche tutto il male scomparirebbe.

Rom e Sinti danno fastidio a tutti…non perché rubano…non perché sono sporchi o per le mille ragioni che gli si vuole attribuire…no non per tutto questo…se davvero il motivo principale e quello che gli si vuole attribuire…allora si dovrebbero punire tutti i popoli, perché questo si trova in tutti i popoli esistenti al Mondo.

Il Dott. Johann Trost ex deportato a Dachau, alla sua testimonianza resa alla commissione Olandese per i crimini di guerra.
< Tutti disprezzavano gli zingari, di razza pura o meticcia: tutti, dai deportati alle SS. Allora perché rinunciare? Chi si sarebbe lamentato? Chi avrebbe testimoniato? Gli zingari contavano ancor meno degli ebrei. Gli zingari non avevano nessuna rappresentanza negli stati che li avevano visti nascere. Essi non esistevano a livello nazionale o internazionale. Al limite siamo stati in presenza di un delitto perfetto. Un delitto senza cadaveri. Chi volete ancora oggi che reclami uno zingaro. >

La stupidità più grande nel mondo è la paura del diverso…ma l’ignoranza più grande e non ammettere che tu stesso sei un diverso fra i mille diversi…

DISCRIMINAZIONE E L'ODIO RAZZIALE NEGLI ANNI

La perpetua persecuzione dei Sinti e Rom
1890
Organizzato in Germania uno speciale congresso sul tema Zigeunergeschmeiss ("la schiuma zingara"). Le forze militari vengono ufficialmente autorizzate a regolare i movimenti degli zingari.

1899
Viene istituita a Monaco di Baviera la Zigeunerpolizeistelle, un ufficio di polizia con specifici compiti di controllo sugli zingari. Il corpo nasce in seguito ad un’esplicita richiesta del Servizio informazioni sugli Zingari, creato, nello stesso anno, dal funzionario statale Alfred Dilmann, per lo sviluppo di apposite ricerche sulla comunità Rom e Sinta.

1909
Un’apposita conferenza dedicata "al problema zingaro" decide di marchiare a caldo tutti i Rom e Sinti tedeschi per una più facile identificazione.

1920
Karl Binding ed Alfred Hoche, introducono la nozione "delle vite indegne di vita" suggerendo la sterilizzazione e l’eliminazione dell’intera comunità Rom e Sinta. Questa nozione verrà eletta a fondamento delle teorie sulla razza del nazismo del 1933.

1922
Tutti gli zingari presenti in territorio tedesco devono essere fotografati e rilasciare le proprie impronte digitali.

16 luglio 1926
In Baviera l’Ufficio Centrale per la lotta alla piaga zingara vara legge numero 17 detta "Zigeuner- und Arbeitsscheuengesetz" (Legge contro zingari e renitenti al lavoro). Un provvedimento che, oltre ad impedire l'accesso in territorio tedesco, creava una sorta di ghettizzazione per tutti quei Rom e Sinti già presenti in Baviera. Un’imposizione che si conforma come una palese violazione dei termini della costituzione di Weimar.

1927
In Baviera vengono sviluppati i primi "campi speciali" per incarcerare gli zingari. Otto mila Rom e Sinti verranno reclusi in questi autentici protocampi di concentramento.

1928
Tutti i Rom sono posti sotto sorveglianza permanente della polizia. Il professor Hans Gunther pubblica un documento in cui sostiene che gli zingari "hanno introdotto l'anima straniera in Europa". Aumenta il numero dei "campi speciali".

1930
Avviate le procedure di sterilizzazione per tutti i Rom e Sinti della Germania.

1933
Il Nazismo introduce una legge per legalizzare la sterilizzazione postulata dai dettami dell’eugenetica. Un provvedimento adottato per prevenire il dilagare di "zingari e la maggior parte dei tedeschi di colore nero".

1934
Consolidati i metodi di schedatura, sterilizzazione e deportazione principalmente verso campi di concentramento di Dachau, Dieselstrasse, Sachsenhausen. Due leggi pubblicate durante quest’anno proibiscono ai tedeschi di sposarsi con "ebrei, zingari e negri".

1935
Promulgate le Leggi di Norimberga. Secondo tale provvedimento gli zingari devono essere perseguiti a protezione dell'anima e dell'onore tedesco. L' unione con la gente bianca è rigorosamente proibita.

1938
Tobias Portschy pubblica "Die Zigeunerfrage", fondamento ideologico dello sterminio zingaro.

12-18 giugno 1938
Si svolge la Zigeuneraufraumungswoche (la settimana di pulizia dagli zingari"). Centinaia di Rom e Sinti in Germania ed Austria sono arrestati, malmenati ed imprigionati. Himmler predispone che determinati Rom e Sinti siano mantenuti in vita alla stregua di "monumenti storico-antropologici" affinchè gli li si possa nel tempo studiare. Raccomandazione mai rispettata.

8 dicembre 1938
Heinrich Himmler emana un decreto fondamentale nella storia dello sterminio zingaro. Il provvedimento, il cosiddetto Zigeunererlass, riguarderà, per la prima volta, esclusivamente la "razza zingara", suddivisa in zingari nazionali e stranieri. Mentre per questi ultimi veniva espressamente vietato l’ingresso in territorio tedesco, per i primi diventava possibile, attraverso una lunga serie di acrobazie burocratiche, ottenere documenti e carte d’identità eccezion fatta per il porto d’armi.

1939
Reinhard Heidrich, per ordine di Adolf Hitler, vara il cosiddetto "editto di insediamento", in base al quale tutti gli zingari vengono obbligati a risiedere in campi di abitazione, appositi quartieri-ghetto collocati nelle periferie cittadine.

7 ottobre 1939
Himmler riceve il titolo di Commissario del Reich per il rafforzamento della nazione tedesca. Di sua piena competenza diventano i trasferimenti delle popolazioni "indesiderate".

1940
La prima massiccia azione genocidale dell'Olocausto avviene in gennaio quando 250 bambini Rom e Sinti sono usati come cavie per esaminare gli effetti del cristallo del cianuro al campo di concentramento di Buchenwald. La prima deportazione "ufficiale", espressamente richiesta dal Reich avviene il giorno 27 aprile quando, seguendo una direttiva del decreto VB n.94/40, si disponeva il trasferimento forzato degli zingari in stirpi chiuse nel cosiddetto Governatorato generale della Polonia occupata.

26 maggio 1940
Viene aperto il campo di concentramento di Auschwitz: il più grande campo del Reich.

1941
I Rom e Sinti sono le prime popolazioni cui viene espressamente proibito di prestare servizio nell' esercito.

31 luglio 1941
Heydrich, capo dell’ufficio principale di sicurezza di Reich, mette in moto la macchina dell’Endlosung, la soluzione finale per uccidere tutti gli ebrei, gli zingari ed i malati di mente. Comincia l'Olocausto.

24 dicembre 1941
Ottocento Rom e Sinti sono assassinati in un'azione nella notte in Crimea.

16 dicembre 1942
Himmler emana il cosiddetto Auschwitzerlass; un atto che prescriveva il totale internamento nel campo di Auschwitz degli zingari senza alcuna considerazione in merito alla loro presunta o effettiva "purezza razziale".

1° agosto 1944
Quattromila Rom e Sinti sono gassati ed inceneriti a Auschwitz-Birkenau durante l’azione ricordata come Zigeunernacht.

1945
Con la fine della guerra, la popolazione zingara annientata dai nazisti oscillerà tra il 70% e l'80% . Nessun Rom o Sinto è stato chiamato a testimoniare durante il processo di Norimberga e, di conseguenza, nessuna riparazione è mai stata pagata ai Rom e Sinti come vittime dell’olocausto.



sabato 9 agosto 2008

SINTI IN PIAZZA - MILANO



07-07-2008

Centinai di Sinti in Piazza a Milano, tutti di cittadinaza italiana.

si sono incontrati da varie città d'Italia per contrastare le schedature e le impronte digitali ai bambini Sinti.

sabato 19 luglio 2008

MICROAREE

MICROAREE PER IL POPOLO
"SINTI"

NELLA PROVINCIA DI
BOLZANO


LAVORO/HABITAT

LAVORO/HABITAT

DEI POPOLI SINTI E ROM IN ITALIA.



IL POPOLO DEI SINTI:

LAVORO:

Per tutti i popoli del mondo il Sinto non lavora ed sempre disoccupato.

I Sinti di tutto il Mondo, nella più remota storia hanno sempre lavorato, praticando dei lavori tradizionali, tramandati da generazioni dai propri avi, il lavoro più storico e significativo e quello del spettacolo viaggiante, come il Circense e il Musicista.
Il lavoro dei Sinti era acquisito dall’esperienza tramandata dagli avi, qualsiasi lavoro praticato era senza nessun tipo di documento o laurea, senza nessuna assunzione diretta e duratura.

Il lavoro praticato all’epoca dai Sinti era;
Musicisti, Liutai, Pittori, Giostrai, Circensi, Ferraioli, Venditori ambulanti, Commercianti di Cavalli, Orafi, Aggiustatori di Pentole ecc. Clown, Saltimbanchi, Domatori d’orsi, ecc, Mangiatori di Fuoco, Costruzione di Cesti, Sedie, Borsoni, Fiori intagliati dai rami e tanti altri.
Il loro lavoro durò finche dei Principi, non schiavizzarono tutti i Sinti e i Rom che si trovavano nei loro territori, questo soltanto per non retribuire il meritato compenso alla loro manodopera, i più richiesti all’epoca erano i Fabbri, per la loro formidabile abilità nella costruzione della armi bianche, “coltelli, spade, balestre ecc,” e i Musicisti, Racconta fiabe, Burattinai per i loro divertimenti.
All’epoca, tutti i Sinti dovettero nascondere la loro bravura nel lavoro tradizionale, cercando altri lavori che non destavano nessun tipo d’interesse ai Principi.

Le attuali attività svolta all’epoca, grazie all’evento dell’Industrializzazione dell’Urbanizzazione e della radicale trasformazione dell’economia e per motivi riguardante la storia…La richiesta dei lavori tradizionali Sinti, cesso immediatamente, le attività economiche delle famiglie Sinte sono estremamente varie e mutevoli: cioè sono plurime in un dato momento per il medesimo individuo, e tanto più lo sono per l’insieme degli individui che cambiano nel tempo.
Gli individui agiscono all’interno della famiglia che è agente nei rapporti interni ed esterni al proprio gruppo sociale. Nella cultura Sinta il lavoro è inteso come collaborazione tra i singoli individui che appartengono sia al nucleo familiare sia alla famiglia allargata.
Grazie ai divieti di sosta alle carovane, camper e nomadi, ( il divieto di girovagare e accamparsi nelle svariate regioni d’Italia. )Causò danni irrimediabili per i popoli dei Sinti, come non esercitare il lavoro tramandato dai propri avi.
Negli archi degli anni i Sinti sono stati costretti, obbligati a cambiare i lavori tradizionali, storici in lavori nuovi, come il commerciante di automobili, il raccoglitore di ferro vecchio e la loro vendita, pulizie, la vendita bonsai, bottiglie di vetro modellate a fuoco ecc.
Pochissimi Sinti oggi stanno praticando il proprio lavoro tradizionale, i più storici che resistano ancora, oggi sono i mestieri dello spettacolo viaggiante il Circense, il Giostraio, il Musicista e il Venditore Ambulante, (centrini, calze, scope, fiori, ecc.) la maggior parte, tutti lavori praticati in nero.
Tutti questi mestieri sono concepiti come “vendita (di beni e servizi) a clienti”. Oltre alla significativa connotazione commerciale, ciò che contraddistingue le attività economiche dei Sinti è la loro pluralità, connessa al luogo, al momento, all’occasione/opportunità. Sebbene esistano tendenze proprie del gruppo di appartenenza, chiunque può sviluppare attività diverse. Per esempio, un Sinto può vendere frutta in estate, recuperare e vendere ferri vecchi in autunno, ecc.

A differenza della cultura maggioritaria (in senso numerico) nella cultura Sinta il lavoro non assume una valenza sociale.
Non essere un lavoratore dipendente permette di non rimanere eccessivamente coinvolto in un universo estraneo; permette cioè di non avere una vita troppo condizionata dall’esterno. E stato scritto che il Sinto o il Camminante può essere povero, ma mai proletario…
Per una famiglia Sinta che esercita o sceglie di esercitare un mestiere, ciò che in primo luogo assume importanza è il modo di esercitarlo. Questo fa sì che la scelta delle attività sia sempre il risultato di un compromesso fra la necessità di avere una fonte di reddito e l’aspirazione a mantenere uno stile di vita in un contesto mutevole.
Da sottolineare la ricerca condotta dalla Mantovana ”Associazione senza Frontiere”, con il supporto dell’Associazione Sucar Drom, (MN) si è rilevato: “La cultura Sinta non appare generalmente compatibile con un inserimento occupazionale secondo l’onere di una prestazione lavorativa giornaliera da portare avanti per un numero costante di ore alle dipendenze di terzi. Le attività tipiche dello spettacolo viaggiante o della lavorazione dei metalli al servizio del territorio di volta in volta esplorato, mostrano semmai un’identità socio-culturale più vicina ad un’organizzazione autonoma dei tempi e delle risorse quotidiane, per certi aspetti non compatibile con la progettualità acquisitiva, accumulativa e “sacrificale” tipica del capitalismo.(…) Rispondere alle principali esigenze manifestate dalla comunità Sinta vuol dire allora garantire ai diversi nuclei familiari nuove possibilità d’autonomizzazione professionale compatibili con la propria identità culturale”.
La ricerca prosegue rilevando: “l’importanza di recuperare le professionalità perdute quali spettacolo viaggiante, raccolta di materiali dimessi, ambulantato. (…) che in ogni modo devono essere coordinate e supportate (almeno in una fase iniziale n.d.r.) dalle varie agenzie pubbliche e private presenti sul territorio”.

Anche se gli Enti Locali chiedono il superamento dell’assistenzialismo, inteso come insieme d’interventi e supporti economici, di diversa natura, dal quale da anni dipendono le famiglie Sinte.
Oggi e cambiato pochissimo per il popolo dei Sinti, ancora oggi e difficile che qualcuno assume un Sinto alle proprie dipendenze, in tutta l’Italia, sono poche le persone che danno un opportunità lavorativa, dando un lavoro che un qualsiasi cittadino “non Sinto” svolge.
Ci sono tantissime realtà, che inducono a pensare, a dichiarare con la certezza assoluta, che un lavoro concreto, con un assunzione regolare per il popolo dei Sinti non c’e’, è non c’e’ per svariati e molteplici motivi.La famiglia…Scopo principale nell’etnia Sinta, La fiducia, l’ostilità, l’etnia Sinta, la diffidenza, la reputazione di delinquere, la difficile convivenza con il chiuso, scarsa esperienza in certi settori lavorativi, mancanza di licenze, diplomi, la diversità di Tradizioni, Culture, Usi e Lingue, la discriminazione, l’odio razziale, e altre cento, mille ragioni.

Dopo quest’attenta valutazione e ricerca compiuta da anni, dopo avere trovato la certezza sicura del perché i Sinti non riescono a lavorare, né con il proprio lavoro tradizionale, e nemmeno con un qualsiasi altro lavoro! il perchè di tutte le difficoltà ad inserirsi in un lavoro nuovo che un qualsiasi cittadino sta praticando, dopo la scoperta dei molteplici motivi Concreti, Reali e diversi fra loro.
Si è stabilito che per dare una svolta concreta alle famiglie Sinte, a far sì che la maggior parte dei Sinti in Italia, riprenda a lavorare con il proprio lavoro tradizionale.
Si deve avvantaggiare il lavoro che tanti Sinti stanno praticando con un grandissimo successo oggi in tutta l’Italia, riproponendo e favorendo i seguenti lavori tradizionali e non;

Raccolta di ferro vecchio, Vendita a mercati di prodotti alimentari o non alimentari, con posti agevolati alle piazze di mercato, a chi ne fa richiesta, Vendita itinerante di prodotti con furgoni attrezzati, Chioschi, fissi o mobili di vendite varie, in tutto il territorio Comunale, Provinciale e Regionale, Arrotini, Sartoria, Lucidatori di qualsiasi metallo, Circense, Giostraio, Clown e animatori, Musicisti – portatori di musiche tradizionali tramandate da generazioni.

Ecco che, al fine di garantire il diritto al lavoro la popolazione Sinta, si deve promuovere adeguate iniziative per agevolare la concessione delle licenze e delle certificazioni relative all’esercizio di attività produttive, tutto per favorire le attività tipiche dei Sinti, che si debba valutare la possibilità di creare
dei permessi “anche provvisori”, degli aiuti economici per incominciare l’attività scelta dal singolo individuo o famigliare.
Ma l’importanza fondamentale e che prima di intraprendere qualsiasi iniziativa riguardante un lavoro per un Sinto, si debba intraprendere un dialogo con i diretti interessati.
Perchè fin ora la società maggioritaria, invece di cercare l’interazione, di cercare un cambiamento reciproco lavorando insieme, ha sempre cercato un’integrazione, causando un rifiuto totale alle scelte imposte.

Il che vuol affermare che oggi devono essere i Sinti parte proponente dei progetti di lavoro riguardante gli stessi, per far sì che tali lavori portino ad un futuro d’inserimento duraturo nella struttura sociale.
Permettendo che…questa minoranza nei secoli ha subito crudeli e vergognose persecuzioni, che ancora oggi continuano a manifestarsi, anche tramite i mas media.
Per cui dovremmo dare la possibilità a questo Popolo “non riconosciuto” di poter finalmente decidere il proprio futuro lavorativo.

HABITAT.

Per migliorare la condizione abitativa e l’inserimento della comunità Sinta.

Tenendo presente che i Sinti hanno vissuto per centinai d’anni nella libertà di movimento e di sosta, e che nonostante le persecuzioni e tentativi di integrazione nei secoli hanno continuato a praticare questa vita girovaga, di vivere una libertà di movimento con tutta la famiglia, ed avendo un forte senso di appartenenza alla famiglia, che vuol dire vivere con i famigliari le fasi di vita, per cui cercare un integrazione abitativa forzata vuol dire cancellare un identità e creare una situazione di disaggio sia per il popolo dei Sinti che per i non Sinti, per la non conoscenza delle reciproche Tradizioni Culture ecc, ( l’alloggio diventa per i Sinti un punto d’incontro per la famiglia, per cui si trovano spessosituazioni di riunioni famigliari, che tante volte non vengono vista positivamente per la presenza di altri nuclei famigliari all’interno dell’alloggio, l’adattamento alle regole condominiali e spesso conflittuale perchè chi a vissuto in un regime di libertà d’espressione e movimento, gli diventa difficile un adattamento immediato) ciò nonostante con un po’ di pazienza e di sopportazione abbiamo visto che la maggior parte dei casi, tutto sommato i Sinti si sono adeguati alle regole.
Rinunciando alla propria d’identità con problemi di depressione e incomprensioni famigliari.
CAMPI NOMADI:

In Italia nato all’inizio degli anni Settanta.
Il “campo nomadi” ha fallito essenzialmente il suo obiettivo di offrire un habitat dignitoso per queste famiglie.
Per la popolazione maggioritaria italiana il “campo nomadi”, era ed è ancora oggi la soluzione ideale per il popolo dei Sinti, mettere tutti insieme, uno sopra l’altra tutte le famiglie Sinte, con la convinzione certa che sia una soluzione ideale, senza rendersi conto che hanno creato soltanto dei Ghetti incredibili, che i campi nomadi sono portatori di delinquenza, creatori dei mali di tutti i Sinti, non solo ma anche per la popolazione maggioritaria che vive nei appartamenti vicino ad essi.
Inoltre, è da sottolineare che il Comitato Europeo per i Diritti Sociali, organismo del Consiglio d’Europa, ha condannato formalmente l’Italia sulla politica abitativa dei cosiddetti “campi nomadi”, identificando tre distinte violazioni della Carta Sociale Europea Revisionata, sottoscritta dal nostro Paese.Nella sentenza resa pubblica il 24 Aprile 2006, i CEDS ha decretato che le politiche abitative sviluppate per Rom e Sinti in Italia puntano a separare questi gruppi dal resto della società italiana e a tenerli artificialmente esclusi. Bloccano qualsiasi possibilità d’interazione e condannano i Rom e i Sinti a subire il peso della segregazione su base razziale. Il Reclamo Collettivo dell’ERRC paventava presunte violazioni dell’articolo 31 della Carta Sociale Europea, indipendentemente o letto congiuntamente al principio di non discriminazione previsto dall’articolo E.Chiamato a rispondere sul Reclamo Collettivo presentato dall’ERRC, il CEDS, dopo aver esaminato la difesa del Governo Italiano ha deciso:1. unanimemente che l’inadeguatezza dei campi sosta per Rom e Sinti costituisce una violazione dell’articolo 31(1) della Carta, letto congiuntamente all’articolo E2. unanimemente che gli sgomberi forzati e le altre sanzioni ad essi associati costituiscono una violazione dell’articolo 31(2) letto congiuntamente all’articolo E3. unanimemente che la mancanza di soluzioni abitative stabili per Rom e Sinti costituisce una violazione dell’articolo 31(1) e dell’articolo 31(3) della Carta, letti congiuntamente all’articolo E.Tale condanna dovrebbe far riflettere perché l’Italia è l’unico Paese europeo che “concentrato” le popolazioni sinte e rom in luoghi definiti e in alcuni casi sorvegliati, così come avveniva in Europa durante il periodo nazi-fascista. Infatti, il nostro Paese è oggi identificato in Europa come “il paese dei campi”.

Oggi la gestione di un campo nomadi di proporzioni normali in una città media, adopera la mano d’opera di moltissime persone, di lavorare in circostanze non favorevoli né per i Sinti e né per i diretti dipendenti, la spesa di gestione e mantenimento di un campo nomadi, può essere a volte molto elevata.
Le problematiche che porta un campo nomadi sono enormi:
come la mancata sicurezza, la paura quotidiana del vicinato, l’immondizia, il caos, intolleranza fra Sinti e Gage, la perdita delle Tradizioni, Culture Usanze e Lingue dei Sinti in questione.
LA MICROAREA:

La microarea e un’area predisposta soltanto per una famiglia allargata Sinta, composta di genitori, figli e nipoti, dove nessun altra famiglia Sinta o qualsiasi, può introdursi, se non chè abbia un permesso speciale dalla famiglia residente e stabile nella microarea, la micro e un area di sicurezza, di pulizia, una area dove si può salvaguardare la propria Tradizione, la propria Cultura, l’Usanza e la propria Lingua madre…il “Sinto”, tutto questo in una micro si può, perchè è composta da una sola famiglia, allargata con un “capo famiglia” (quasi sempre, Nonno o Padre) temuto e rispettato da tutta la propria famiglia.
All’contrario del campo nomadi, con le molteplici problematiche, da l’impossibilità a un capo famiglia di farsi rispettare dagli abitanti del campo nomadi. La microarea da di sicuro la sicurezza che in un campo nomadi e difficile avere, in più porta zero criminalità, più sicurezza perchè facile da tenere sotto controllo, più pulizia, più tolleranza, più lavoro, zero spese di gestione o di qualsiasi altra spesa al Comune, Provincia, Regione poi addebita al contribuente maggioritario cittadino Italiano, meno popolazione Sinta ammassata in un solo luogo.

Ed e perciò che i Sinti devono trovare una sistemazione sicura, stabile, duratura e più adeguata ai loro Usi, Costumi, Tradizioni, Culture, Religioni e Lavori propri, la microarea.
Per arrivare ad un miglioramento concreto e visibile, hanno la necessità urgente ad stabilirsi definitivamente, in un area attrezzata di tutti i servizi occorrenti ad migliorare la loro condizione di vita.
Perciò l’urgenza primaria e la costruzione immediata delle microaree per le famiglie allargate,
attrezzate di case prefabbricate di una qualità ottima e duratura, con le relative utenze come, servizi igienici, impianti di riscaldamento, allacciamenti gas, acqua, energia elettrica, fognature e cassonetti per i rifiuti.
Tutte gli allacciamenti delle utenze fornite dal comprensorio Comunale e Private, compreso l’Affitto del Prefabbricato, dovranno essere pagate con delle regolari bollette, ad ogni singolo individuo Sinto italiano, come ha un qualsiasi altro cittadino italiano che abita in un normale condominio.

Tali strutture devono essere realizzati e costruiti insieme agli diretti interessati del posto, (Sinti) dove essi hanno la loro regolare dimora e residenza, indi ad evitare qualsiasi forma di emarginazione e discriminazione razziale, tali costruzioni dovranno essere collocati nelle vicinanze dei centri abitati, con l’intento ad facilitare l’accesso ai servizi pubblici, e alla partecipazione diretta degli utenti alla vita sociale, per favorire e migliorare le condizioni del lavoro, sia tradizionale che quello occasionale, e facilitare l’inserimento scolastico dei bambini Sinti.
Senza però sottovalutare la libera scelta per chi desiderasse andare a vivere negli alloggi popolari, in tal caso i diretti interessati ( Sindaci, Assessori e qualunque persona fosse incaricato a tali incarichi) devono intraprendere subito le eventuali provvedimenti ad non ostacolare tali iniziative.

Da notare e da prendere in seria considerazione che con la realizzazione delle microaree famigliari allargate, di misure non superiori ai metri quadri 2.500 e non inferiori ad metri quadri 1.000 (secondo i nuclei famigliari)
porterebbe non soltanto all’eliminazione totale dei campi nomadi, “che per il popolo dei Sinti sinonimo di reclusione, campo di concentramento, ghetto dove nessun essere umano dovrebbe vivere”, e per la popolazione maggioritaria , Comune, Provincia e Regioni, soltanto creatore di problemi catastrofici”,
Ma bensì, porterebbe migliore fiducia, più sicurezza e una migliore convivenza reciproca fra Sinti e la popolazione maggioritaria.
TERRENI DI PROPRIETA’ PRIVATA

In Italia moltissime famiglie Sinte (in prevalenza: Sinti Piemontesi, Estrekarjia, Lombardi, Veneti, Gackane, Emiliani e Marchigiani; hanno superato le logiche segreganti, discriminanti dei cosiddetti “campi nomadi”, acquistando dei piccoli appezzamenti terreni agricoli, dove vivono con le proprie abitazioni: le roulotte e le case mobili.Questa tendenza inizia negli anni Ottanta ed esplode in un decennio. Centinaia di famiglie, con enormi sacrifici economici, acquistano terreni agricoli di circa dai 1000 / 3000 mq. In particolare questa tipologia abitativa è propria dei Sinti Italiani.

Il vivere in roulotte è dettato da due principali motivazioni:
L’attività lavorativa, che per i Sinti Italiani è sempre stata quella dello spettacolo viaggiante
La coesione familiare, data da una serie di valori e norme che impongono una forte solidarietà all’interno della famiglia allargata e che implicano in alcuni casi lo spostamento anche per periodi medio - lunghi (es. in caso di bisogno di un componente della famiglia allargata che abita in altra località).
Inoltre, da alcuni anni si è costituita la Missione Evangelica Sinta che raduna migliaia di Sinti Italiani in convegni religiosi, nel periodo compreso tra la fine e l’inizio dell’anno scolastico. Centinaia di famiglie che si spostano con le proprie abitazioni da una città all’altra portando il messaggio evangelico.Il piccolo terreno è in definitiva la risposta che le Minoranze Italiane Sinte hanno dato alla logica del “campo nomadi”, sempre più vissuto come “ghetto” o “riserva indiana”.

Dagli anni ’80, migliaia di famiglie Sinte, sia per riuscire a scappare dal campo nomadi, che per avere qualcosa di suo, da poter un giorno lasciare ai propri figli, con mille difficoltà e sudori acquistano un terreno agricolo (agricolo è poco oneroso a livello finanziario, pochissime sono le famiglie che possono permettersi l’acquisto di una casa o di un terreno edificabile con il lavoro precario che hanno) pagandolo a rate mensilmente, un terreno agricolo di propria proprietà, dove poter vivere decentemente con la propria famiglia (genitori figli e nonni) con la roulot o una casa mobile.
All’epoca la legge permetteva ad una roulotte di poter sostare in un terreno agricolo oggi questa tipologia abitativa rischia è entrata in crisi a causa della nuova legislazione in materia di edilizia.
Il Testo Unico n. 380/2001, in materia di edilizia, decreta in maniera inequivocabile che una roulotte abbisogna di concessione edilizia (articolo 3/e/5). Prima dell’introduzione di questa norma la concessione edilizia era necessaria solo per quei manufatti che, ancorati in modo permanente al suolo, modificavano l’assetto del territorio.In Italia il legislatore, dal 1942, si era preoccupato in modo esclusivo di quei manufatti fissati al terreno, cercando di arginare il fenomeno “selvaggio” dell’abusivismo edilizio. Anche la Legge n. 47 del 1985 non riconosceva alla roulotte la configurabilità di abuso edilizio.E’ nel luglio 2000 che la roulotte è indicata come possibile abuso edilizio. La Suprema Corte di Cassazione, Sezione Terza Penale, con sentenza n. 12128/2000 indica per la prima volta la roulotte ad uso abitativo come abuso edilizio.La roulotte costituisce abuso edilizio nel caso abbia solo la parvenza di mobilità -in quanto il prefabbricato è invece stabilmente incardinato al suolo con accorgimenti tecnici per garantirne la stabilità- in modo tale che è da considerarsi una vera costruzione che modifica -sia pure lievemente, ma durevolmente - l'assetto del territorio.
Senza però valutare e tener conto che la roulot o la casa mobile per il popolo dei Sinti e a tutti gli effetti la propria Casa, un involucro dove vive con la propria famiglia da generazioni, tramandando senza difficoltà tutte le tradizioni.
Ecco chè il terreno agricolo, l’unica soluzione abitativa propria, che poteva portare alla salvezza, non solo della famiglia, ma soprattutto della Tradizione, cultura, usanza e lingue del popolo dei Sinti, se non ci sarà presto un modifica, il terreno privato per i Sinti non potrà più essere la soluzione ideale, dove si poteva insegnare le proprie tradizioni.

Il governo, per migliorare la vita dei Sinti, per la chiusura totale dei campi nomadi…dovrebbe incentivare la realizzazione delle microaree per famiglie allargate, (non più di dieci nuclei) la concessione agevolata e prioritaria degli appartamenti a tutte le persone Sinte che ne fanno richiesta, (zenza ostacolare e impedire tale decisione d’abitazione) è di inserire una modifica al Testo Unico 380/2001 e alle conseguenti Leggi Regionali, in modo tale che ogni Comune debba comprendere nel proprio piano regolatore (la dicitura cambia da Regione a Regione) la possibilità di rendere fattibile l’insediamento su terreni, acquistati con proprie risorse, delle famiglie Sinte almeno per lo 0,5 per mille (dato da verificare in tutta l’Italia) delle aree agricole su un dato territorio.Ciò permetterà una sanatoria a tutte le situazioni preesistenti e la possibilità futura per altri insediamenti. Si consideri infatti che questa modalità abitativa è stata la risposta delle Minoranze e Sinte ai processi di segregazione e di assistenzialismo propri dei cosiddetti “campi nomadi”.


martedì 1 luglio 2008

DOMENICA IL VIA ALLE SCHEDATURE






1 luglio 2008 ore 19,30
Partirà domanica 6 luglio 2008 la schdatura etnica.
tramite il quotidiano ROMA
Censimento rom, al via domenica
Paolo G.Brera
Un pool con agenti in borghese, Croce Rossa e l´Opera Nomadi
Sarà un pool costituito dalla croce rossa, da mediatori culturali del comune, da agenti in borghese delle forze dell´ordine e da operatori sociali e membri di associazioni come Opera Nomadi a mettere in atto il censimento dei rom voluto dal ministro dell´Interno, Roberto Maroni. L´operazione scatterà domenica, dopo l´ultimo vertice tecnico - in agenda venerdì - con il prefetto Carlo Mosca che oggi incontrerà al Viminale il sottosegretario Alfredo Mantovano e il sindaco Alemanno. Il vertice di oggi servirà a discutere la bozza del nuovo Patto per la sicurezza, che prevede di utilizzare per la lotta all´abusivismo commerciale, alla prostituzione su strada e alla microcriminalità i fondi stanziati nel vecchio patto per i quattro campi da realizzare fuori città.Quanto all´operazione che scatta domenica «collaboreremo al "Censimento di protezione civile" nei campi rom - dice Fernando Capuano, presidente provinciale della Cri - iniziando la scheda anagrafica e compilando quella socio sanitaria: per la rilevazione delle impronte e per le foto, però, non saremo noi a operare ma comune e forze dell´ordine. Iniziamo domenica con un mediatore culturale del comune. Entrerà prima lui, poi arriveremo noi. Il fine, concordato col prefetto, è il censimento e la consegna ai nomadi di un tesserino con cui potranno usufruire dei trattamenti socio sanitari: dalla tutela ai bimbi sfruttati alle visite mediche e specialistiche, alle vaccinazioni e alla consegna di generi per la prima infanzia come i pannolini». Insieme al tesserino, i militi della croce rossa compileranno parte della scheda messa a punto insieme a ministero e prefettura. «Inizieremo la parte anagrafica - dice Capuano - poi passeremo a quella socio sanitaria: una copia resterà a noi, una alla prefettura. Scriveremo se soffrono di patologie, se prendono farmaci e se hanno fatto le vaccinazioni. Con noi ci sarà Opera Nomadi e le forze dell´ordine in borghese: si occuperanno loro di foto e impronte, dei casi controversi e di chi non collaborerà». L´ufficio legale del ministero deciderà l´età minima in cui i bambini potranno essere "schedati" con foto e impronte digitali. In ogni caso «il prefetto ci ha garantito che non ci saranno sgomberi, e che il fine è rendere i campi idonei dal punto di vista igienico», spiega Capuano. Ma restano forti contrarietà: se per il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti, «uno stato moderno colpisce duramente i criminali, il malaffare e gli sfruttatori, non criminalizza intere comunità» perché «sarebbe come dire: prendiamo le impronte dei bambini italiani all´estero perché i mafiosi sono italiani»; per Potito Salatto, il presidente di Assoforum che unisce 75 associazioni vicine ad An, dieci delle quali romene, «è un errore strategico che acuirà i rapporti tra comunità rom e istituzioni italiane. I costi in termini psicologici e culturali sono ben superiori ai benefici».
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LA FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME


La Federazione Rom e Sinti insieme
Promuove per il giorno 10 Luglio 2008 a Roma alle ore 14.00
al Villaggio Globale – campo Boario di Testaccio
(a 700 metri dalla stazione Piramide della Metro linea B)
l’assemblea pubblica: “Dosta… Basta … manipolazione e autoreferenzialità. Rom e Sinti: dialogo diretto e ruolo attivo”,
INVITA AD ADERIRE E PARTECIPARE
Rom e Sinti, gli amici di Rom e Sinti, la società civile ed i cittadini dell’Italia multiculturale e solidale per dire BASTA! … alla discriminazione razziale verso Rom e Sinti, per CHIEDERE la piena applicazione delle norme e dei principi Costituzionali, Europee ed Internazionali, il rispetto della legalità e la sicurezza per tutte le persone, nessuno escluso.
Federazione Rom e Sinti insieme
...
ADERISCONO ALLA MANIFESATZIONE:

Consiglio Statale del Popolo Gitano (Spagna) - Associazione Antigone - Arci immigrazione - Union Romanì – CGIL immigrazione, Marco Brazzoduro docente Università La Sapienza - Cantieri sociali Napoli - Coop. Sociale Dedalus - Coop. Sociale Pralipè – Sucar Drom Mantova– Istituto di cultura Sinta - Nevo Drom Bolzano – Lisardo Hernández Barrul, presidente di Federación Calí (Spagna) - Diego Escudero Losada, rappresentante della Chiesa Gitana Filadelfia (Spagna) - Alessandro Revello (Spagna) - Nevo drom Trento – Osservazione Firenze – Sucar mero Rimini – Diego Cruciali - Romano Pala Tethara Torino– A.C.E.R. Pisa – Amalipè Romanò Firenze – Cacio Drom Piacenza – Them Romanò Reggio Emilia – RomSinti@Politica Teramo – O. N. Piovese Padova – Giuliana Donzello - Coop. Antica sartoria Rom Roma – Romano drom Milano – Missione Evangelica Zigana – Nevo Gipen Brescia – Bruno Morelli artista Rom - Coop. Officina Pescara – Associazione Rom Kalderash Venezia – Associazione Tikanè assiem Isernia – Comitato Rom Napoli - Associazione Focus Roma - Casa dei Diritti Sociali Roma – Daniele Sensi – Tommaso Vitale docente Università Milano – Claudio Marta Docente Università Napoli – Arci Toscana – Dr. Juan de Dios Ramírez Heredia ex-deputato Rom al Parlamento Europeo - Assessore Politiche sociali Provincia di Venezia – associazione Asunen Romalen Napoli - Reti Migranti e Antirazziste - Violetta Plotegher Assessore Politiche Sociali Comune di Trento – Alain Goussot docente Università di Cesena – Associazione Popica Onlus Roma – Dimitri Argiropulos Università di Bologna - Gianluca Carmosino, CARTA - Armando Adolgiso – Casa della Carità Milano – Elena Corradoni PRC/Sinistra Europea Veneto – Associazione Chi Rom … e chi no Napoli -

domenica 29 giugno 2008

SINTI E ROM…DOPO PIU DI CENTO ANNI, RITORNA LA SCHEDATURA.

LE LEGGI DI MARONI INCOMINCIARONO IN GERMANIA NELL'LONTANO ANNO
1890
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Nell’ 1890
– Hanno organizzato in Germania uno speciale congresso sul tema Zigeunergeschmeiss ("la schiuma zingara"). Le forze militari vengono ufficialmente autorizzate a regolare i movimenti degli zingari.
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Nell’ 1909
- Un’apposita conferenza dedicata "al problema zingaro" decide di marchiare a caldo tutti i Rom tedeschi per una più facile identificazione.
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Nell’ 1920
- Tutti gli zingari presenti in territorio tedesco devono essere fotografati e rilasciare le proprie impronte digitali.
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Nell’ 1938
- Si svolge la Zigeuneraufraumungswoche (la settimana di pulizia dagli zingari"). Centinaia di Rom in Germania ed Austria sono arrestati, malmenati ed imprigionati. Himmler predispone che determinati Rom siano mantenuti in vita alla stregua di "monumenti storico-antropologici" affinchè gli li si possa nel tempo studiare.
...
Oggi nell’anno 2008,
Il Ministro Maroni a dato il via alla Polizia di prendere le impronte digitali agli abitanti di tutti campi nomadi siti in Italia,
(stranieri e italiani)
compresi tutti i bambini ancora minorenni,
esseri umani marchiati come animali,
fotografati e schedati già da piccoli
come dei qualsiasi delinquenti e criminali,
l’unico reato...
colpevoli d’etnia diversa…
"Sinti
Il Ministro Maroni ha riproposto le leggi della Germania,
promulgate negli anni
1890 - 1909 - 1920 - 1938,
sono stati emanati e dimenticati ormai da più di cento anni fa.
...
I rastrellamenti d’oggi sono eguali ad allora,
all’orrore passato durante la seconda guerra mondiale dai Sinti, Rom ed Ebrei, oggi la differenza e nulla,
stiamo tornando al tempo dove rinchiudevano tutti i Sinti e Rom,
senza distinzioni d’età e sesso,
stiamo tornando alla seconda Guerra Mondiale,
alle disposizioni dal Reichsführer SS e Capo della polizia tedesca, «regolamentazione della questione degli zingari – in base alla disposizione della polizia degli stranieri del 22 agosto 1939 (RGBI. I p. 1053».
...
Il Mondo…l’Europa…il Governo italiano…il Presidente d’Italia…
nemmeno il Santo Padre si fa sentire…
personaggi che con un misero piccolo gesto potrebbero fermare tutto quest’assurdo odio razziale,
che si sta evolvendo sempre più forte, in tutta l’Italia,
si stanno nascondendo, facendo finta di non sentire e vedere il male che si sta perpetuando verso i popoli dei
Sinti e Rom,
stanno aspettando che un altro olocausto…
un nuovo Porrajmos divori tutti,
soltanto ala fine interverrà qualcuno a denunciare un altro, a portare un colpevole davanti ad un giudice.
...
Come fa la gente a dormire,
ad alzarsi la domenica mattina, recarsi in chiesa con tutta la famiglia a pregare, a confessarsi, chiedendo “mi assolvi padre perché o peccato” come fanno a credere in Dio se partecipano tacendo, accettando e permettendo applaudendo tutto il male che sta perseverando in Italia. Come fanno tutte le chiese, le religioni… a stare in silenzio, a permettere tutto questo.
...
I Sinti e i Rom
ancora oggi, dopo 60 anni dalla grande guerra,
stanno ripassando tutto l’orrore, la paura, la disperazione che hanno provato all’epoca,
sono ancora braccati e perseguitati, devono ancor fuggire nascondendosi nelle campagne e nei boschi, tenersi lontano dai centri abitati.
Un vento gelido entra nella mente, nel cuore, la disperazione, l’orrore, la paura vista attraverso gli occhi dei bambini, delle donne e dei vecchi, fanno scoppiare le vene di rabbia,
ma anche di crepacuore, perché un pensiero forte,
sempre più grande si fa strada,
ci ammazzano tutti,
dove andiamo, cosa facciamo, con cosa ci copriamo quanto fa freddo,
i nostri bambini come faranno a crescere sani e forti,
senza mangiare e bere ,
coma possiamo vivere in mezzo a tante barbarie,
in mezzo a tante cattiverie…
la consapevolezza certa che non si può far niente, i più forti sono loro,
i Sinti e i Rom non hanno dei soldati,
degli eserciti che li difende, che li salva dal nemico,
non possono nemmeno difendersi da soli, p
erché non hanno nessun tipo d’arma, ne fucili, e ne bombe atomiche,
nella loro religione, nella mente,
nel cuore dei Sinti non c’e’mai stata la guerra.
...
I Sinti
non hanno nessuno che li aiuta,
non hanno terre, capitali, petrolio, oro, miliardi,
forse se avessero tutto questo, qualcuno direbbe con voce autorevole ,
Basta Italia…smettila.
...
Allora di nuovo come allora,
stanno cercando di rinchiudere, di scacciare e di eliminare tutte
le etnie Sinti e Rom,
dopo aver visto che il grande assassino “Adolf Hitler” all’epoca non c’era riuscito,
oggi ci riprova d’Italia,
coinvolgendo e istigando all’odio razziale, la maggior parte della popolazione italiana,
dichiarando che i Sinti
sono tutti dei criminali, colpevoli dei reati più grandi e crudeli del Mondo,
e se tutti i Rom e Sinti d’Italia scomparirebbero…
anche tutto il male scomparirebbe.
...
Rom e Sinti danno fastidio a tutti…
non perché rubano…non perché sono sporchi o per le mille ragioni che gli si vuole attribuire…no non per tutto questo…
se davvero il motivo principale e quello che gli si vuole attribuire…
allora si dovrebbero punire tutti i popoli, perché questo si trova in tutti i popoli esistenti al Mondo.
...
Il Dott. Johann Trost ex deportato a Dachau, disse bene alla sua testimonianza resa alla commissione Olandese per i crimini di guerra.
Tutti disprezzavano gli zingari, di razza pura o meticcia: tutti, dai deportati alle SS. Allora perché rinunciare? Chi si sarebbe lamentato? Chi avrebbe testimoniato? Gli zingari contavano ancor meno degli ebrei. Gli zingari non avevano nessuna rappresentanza negli stati che li avevano visti nascere. Essi non esistevano a livello nazionale o internazionale. Al limite siamo stati in presenza di un delitto perfetto. Un delitto senza cadaveri. Chi volete ancora oggi che reclami uno zingaro.
...
La stupidità più grande nel mondo è la paura del diverso…
ma l’ignoranza più grande e non ammettere che tu stesso sei un diverso fra i mille diversi…

Basta con le stravaganze di Bruxelles

Maroni: «Andremo fino in fondo.
ROMA — Le critiche? «Moralismo finto e ipocrita». L'Unione europea? «La nostra posizione è in linea con le decisioni prese in sede comunitaria». Rilancia il ministro dell'Interno Roberto Maroni finito sotto attacco per l'ordinanza che impone di prendere le impronte ed effettuare fotosegnalazioni nei confronti dei nomadi, bambini compresi. E ribadisce: «Andremo fino in fondo con il censimento, così come con tutte le altre misure. Sono stato eletto per risolvere il problema della sicurezza e lo farò senza farmi condizionare da polemiche immotivate e infondate».
Un portavoce della commissione europea ha detto che l'identificazione attraverso le impronte non si può fare.
«Innanzitutto non si tratta di un portavoce. A parlare è stato un qualsiasi funzionario che non aveva nessun titolo per farlo e ha espresso solo un'opinione personale tant'è vero che la commissione europea attraverso il portavoce di Barrot ha dovuto smentire. Avevo incaricato il mio consigliere diplomatico di presentare una protesta formale, però c'è stata la smentita e dunque l'incidente è chiuso».

In realtà è stato precisato che la commissione non ha espresso giudizi perché non è consuetudine commentare gli annunci e le opinioni dei ministri degli Stati membri. Scusi ma l'ordinanza non è già operativa?
«È in vigore dal 30 maggio scorso. E rispetta, oltre alle leggi italiane, anche le direttive europee».

C'è una direttiva che consente i rilievi segnaletici per i minori? «Esiste il regolamento numero 380 del 18 aprile 2008 approvato in sede Gai, dunque dai ministri dell'Interno e della Giustizia europei, che prevede l'obbligo di prendere le impronte digitali a tutti gli extracomunitari a partire dai 6 anni prima del rilascio del permesso di soggiorno».

I nomadi non sono cittadini extracomunitari.
«Noi non sappiamo chi vive nei campi regolari né tanto meno in quelli abusivi. Non conosciamo la nazionalità degli occupanti e dunque dobbiamo censirli proprio per sapere se facciano parte dell' Ue o se invece arrivino da altri Paesi».

Il portavoce dice che si accerterà la compatibilità delle misure con la legislazione europea, lei è sicuro che ci sarà il via libera? «Eravamo nella stessa situazione quando abbiamo presentato il pacchetto sicurezza, ma poi abbiamo trasmesso gli atti al presidente Barrot e non c'è stato alcun rilievo. Ha ragione Berlusconi quando dice che i commissari europei e ancor di più i loro portavoce dovrebbero informarsi prima di parlare. Adesso si capisce meglio perché l'Irlanda ha votato contro l'Ue».
Meglio starne fuori?
«Non dico questo, ma certo queste continue voci dal sen fuggite inopportunamente e soprattutto false danno ai cittadini un'immagine dell'Europa di chi complica le cose invece che risolverle. Lunedì affronterà la questione anche con il ministro del-l'Interno francese. La Francia sta per assumere la presidenza, esternerò anche a lui la mia posizione: intemperanze verbali e stravaganze non possano essere più tollerate».
Anche l'opposizione e le organizzazioni umanitarie sono contrarie. Per lei non conta?
«Io voglio porre fine allo sconcio di vedere tanti bambini che vivono in condizioni disumane, l'unico modo per ottenere questo risultato è capire chi sono facendo un censimento delle presenze. Devo sapere la nazionalità, le parentele, la composizione delle famiglie. Soltanto in questo modo posso dare loro un documento e fissare le regole per sapere chi può rimanere e chi invece non ha i requisiti».
Però in questo modo si ottengono le impronte e le fotosegnaletiche anche di chi non ha commesso alcun reato.
«Abbiamo verificato che nei tribunali e nelle procure minorili chi ha meno di 18 anni e deve essere affidato a un istituto perché è senza famiglia viene sottoposto ai rilievi proprio per ricostruire la sua identità. Esattamente la procedura che stiamo portando avanti noi».
Dunque si creerà una sorta di «banca dati preventiva» per cercare gli autori di eventuali delitti. Le pare normale?
«Io devo essere in grado di sapere chi c'è in Italia, dove abita, che cosa fa, che cosa farà nei prossimi mesi. Non è un mistero che i bambini sfruttati per compiere reati vengano spostati da una città all'altra proprio per sfuggire ai controlli.
Allora perché si arrabbia tanto a sentir parlare di «schedatura»? «Perché questo termine ha un significato negativo e invece il nostro obiettivo, lo ripeto, è tutelare i minori».
L'Unicef continua a chiederle provocatoriamente per quale motivo non farlo anche per i minori degli italiani.
«Vorrei ricordare che gli italiani vengono iscritti all'anagrafe appena nati. In questo caso parliamo invece di sconosciuti che vivono in condizioni indecenti. È un dovere civico proteggerli, è un diritto delle istituzioni sapere chi vive a casa nostra ».
Fiorenza Sarzanini 28 giugno 2008

MARTEDÌ 17 GIUGNO 2008

Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, 30 maggio 2008, “Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi
nel territorio della regione Lombardia”.
(Ordinanza n. 3677). (GU n. 127 del 31-5-2008)
Il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Visto l'art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; Visto l'art. 107 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112; Visto il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni,
dalla legge 9 novembre 2001, n. 401;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 21 maggio 2008, con cui è stato dichiarato, fino al 31 maggio 2009,
lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi
nel territorio delle regioni Campania, Lazio e
Lombardia;
Considerata la situazione di estrema criticità determinatasi nel territorio della regione Lombardia, a causa della presenza di numerosi cittadini
extracomunitari irregolari e nomadi
che si sono stabilmente insediati nelle aree urbane;
Considerato che detti insediamenti, a causa della loro estrema precarietà, hanno determinato una situazione di grave allarme sociale, con possibili gravi ripercussioni in termini di ordine pubblico e sicurezza per le
popolazioni locali;
Ravvisata la necessità di procedere all'adozione di provvedimenti di carattere straordinario e derogatorio finalizzati al rapido superamento dell'emergenza, demandando ad organi all'uopo istituiti la realizzazione dei
singoli interventi;
Ravvisata l'esigenza di attivare tutte le iniziative volte a garantire il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità delle persone,
assicurando mezzi certi di identificazione, anche ai fini dell'applicazione delle vigenti disposizioni di carattere umanitario e in materia di immigrazione, e strumenti che consentano l'accesso alle prestazioni essenziali di carattere sociale, assistenziale e sanitario, avuto anche riguardo alla tutela dei minori da soggetti o organizzazioni criminali che utilizzano l'incertezza sulla identità o sulla provenienza anagrafica al fine di porre in essere traffici illeciti e
gravi forme di sfruttamento;
Visto il «Patto per Milano sicura», sottoscritto in data 18 maggio 2007 dal Prefetto di Milano ed il Sindaco di Milano;
Visto il «Protocollo d'intesa per la realizzazione del piano strategico
emergenza rom nella città di Milano»
siglato il 21 settembre 2006 dal prefetto di Milano,
dal Presidente della regione Lombardia,
dal Presidente della Provincia ed il Sindaco di Milano;
Vista la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre 2004, recante «Indirizzi in materia di protezione civile in relazione all'attività contrattuale riguardante gli appalti pubblici di lavori, di servizi e di forniture di rilievo comunitario»;
Acquisita l'intesa della regione Lombardia;
Su proposta del Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Dispone:Art. 1.
1. Prefetto di Milano è nominato Commissario delegato per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza di cui al decreto del Presidente del Consiglio deiMinistri del 21 maggio 2008, citato in premessa, nel territorio della regione Lombardia.
2. Il Commissario delegato, nell'ambito territoriale di competenza, se del caso anche in deroga alle disposizioni vigenti in materia ambientale, paesaggistico territoriale, igienico-sanitaria, di pianificazione del territorio, di polizia locale, viabilità e circolazione stradale, e salvo l'obbligo di assicurare le misure indispensabili alla tutela della salute e dell'ambiente, provvede all'espletamento delle seguenti iniziative:
a) definizione dei programmi di azione per il superamento dell'emergenza;
b) monitoraggio dei campi autorizzati in cui sono presenti comunità nomadi ed individuazione degli insediamenti abusivi;
c) identificazione e censimento delle persone, anche minori di età, e dei nuclei familiari presenti nei luoghi di cui al punto
b), attraverso rilievi segnaletici;d) adozione delle necessarie misure, avvalendosi delle forze di Polizia, nei confronti delle persone di cui al punto
c) che risultino o possano essere destinatarie di provvedimenti amministrativi o giudiziari di allontanamento o di espulsione;
e) programmazione, qualora quelli esistenti non riescano a soddisfare le esigenze abitative, della individuazione di altri siti idonei per la realizzazione di campi autorizzati;
f) adozione di misure finalizzate allo sgombero ed al ripristino delle aree occupate dagli insediamenti abusivi;
g) realizzazione dei primi interventi idonei a ripristinare i livelli minimi delle prestazioni sociali e sanitarie;
h) interventi finalizzati a favorire l'inserimento e l'integrazione sociale delle persone trasferite nei campi autorizzati,
con particolare riferimento a misure di sostegno ed a progetti integrati per i minori, nonchè ad azioni volte a contrastare i fenomeni del commercio abusivo, dell'accattonaggio e della prostituzione;
i) monitoraggio e promozione delle iniziative poste in essere nei campi autorizzati per favorire la scolarizzazione e l'avviamento professionale e il coinvolgimento nelle attività di realizzazione o di recupero di abitazioni;
l) adozione di ogni misura utile e necessaria per il superamento
dell'emergenza.
3. Fermo restando quanto disposto dal comma 4, l'approvazione dei progetti da parte del Commissario delegato sostituisce, ad ogni effetto, visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di competenza di organi statali, regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico generale e comporta dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori, in deroga all'art. 98, comma 2, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 salva l'applicazione dell'art. 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001 e successive modifiche ed integrazioni, anche prima dall'espletamento delle procedure espropriative, che si svolgeranno con i termini di legge ridotti della metà.
4. Qualora per l'approvazione dei progetti di interventi e di opere per cui è prevista dalla vigente normativa la procedura di valutazione di impatto ambientale di competenza statale e regionale, ovvero per l'approvazione di progetti relativi ad opere incidenti su beni sottoposti a tutela ai sensi della legge n. 42/2004, la procedura medesima deve essere conclusa entro e non oltre quarantacinque giorni dalla indizione della conferenza dei servizi. A tal fine, i termini previsti dal titolo III del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 e della citata legge n. 42/2004 sono ridotti della metà.
5. Il Commissario delegato cura l'attuazione delle procedure di trasferimento degli impianti e delle opere, realizzati sulla base della presente ordinanza, ai Comuni od agli altri soggetti istituzionalmente competenti, secondo il regime proprio dei singoli interventi.
Articolo 2.
1. Per la migliore efficacia delle azioni di propria competenza, il Commissario delegato può attivare le necessarie forme di collaborazione con la Regione, altri soggetti pubblici e, per i profili umanitari e assistenziali, con la Croce Rossa Italiana.
2. Al fine di assicurare piena effettività agli interventi e alle iniziative di cui alla presente ordinanza, il Commissario delegato è assistito dalla forza pubblica ed a tale fine i prefetti delle altre province territorialmente coinvolte dall'emergenza in rassegna, i questori e le altre autorità competenti assicurano piena collaborazione per l'attuazione dei provvedimenti del
Commissario delegato.
3. Per le esigenze derivanti dall'esecuzione delle iniziative da porre in essere ai sensi della presente ordinanza, il Commissario delegato si avvale di unità di personale civile e militare dipendente da Amministrazioni dello Stato e da enti pubblici territoriali e non territoriali, che sarà messo a disposizione, con oneri a proprio carico, da parte degli uffici di appartenenza entro dieci giorni dalla richiesta.
Articolo 3.
1. Per il compimento delle iniziative previste dalla presente ordinanza il Commissario delegato, ove ritenuto indispensabile, è autorizzato a derogare, nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, delle direttive comunitarie e della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre 2004, alle seguenti disposizioni normative:
- regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440, art. 3, ed articoli 8, 11 e 19;
- regio decreto 23 maggio 1924, n. 827, articoli 37, 38, 39, 40, 41, 42, 117, 119;
- regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, art. 4;
- regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, art. 7;
- decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, articoli 13, 54, comma 1, lettere b) e c), commi 2, 3, 4;- legge 7 agosto 1990, n. 241, articoli 7, 8, 9, 10, 10-bis, 12, 14, 14-bis, 14-ter, 14-quater e 14-quinquies, e successive modificazioni ed integrazioni;
- decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, articoli 11, 15 commi 2, 3, 8 (limitatamente ai termini ivi previsti che sono ridotti alla meta); art. 19; art. 22-bis; articoli 32, 34,37, 38, 40, 41, 42, 47, 50;
- decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, articoli 6, 7, 8, 9, 10, 13, 14, 17, 18, 19, 20, 21, 33, 37, 42, 55, 56, 57, 62, 63, 65, 66, 68, 70, 75, 76, 77, 80, 81, 98 comma 2, 111, 118, 128, 130, 132, 141, 241;
- decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, articoli 21, commi 4 e 5, 22, 25, 26, 28, 45, 46, 151 e 153, e successive modifiche ed integrazioni;
- regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e successive modifiche ed integrazioni;- decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, articoli 11, 12, commi 3, lettera b), e 5, 13, 45, comma 6, 159, 195, 200, 215, e successive modifiche ed integrazioni;- decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modifiche ed integrazioni, articolo 101, 105, 106 e 107
- Titolo I - Sezione II - Parte III; articoli 118, 120, 121, 124, 125 e 126
Titolo IV - Sezione II - Parte III; articoli 199, 208, 210 e 211 Titolo I - Parte IV; articoli 239, 240, 241, 242, 243, 244, 245, 246, 247, 248, 249, 250, 251, 252, 253
- Titolo V - Parte IV;- decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76, articoli 16 e 17; - legge 23 dicembre 1978, n. 833, e successive modifiche ed integrazioni;- leggi ed altre disposizioni regionali strettamente connesse agli interventi previsti dalla presente ordinanza.
Articolo 4.
1. Per l'avvio dei primi interventi di cui alla presente ordinanza, è assegnato al Commissario delegato un primo stanziamento di euro 1.000.000,00, da trasferire su apposita contabilità speciale all'uopo istituita ed al medesimo intestata.
2. Agli oneri di cui al comma 1, pari ad euro 1.000.000,00 si provvede a carico del bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
3. Con successive ordinanze di protezione civile verranno quantificate, all'esito delle attività preliminari poste in essere dal Commissario delegato e delle progettualità individuate come necessarie, le ulteriori risorse finanziarie da destinare all'attuazione del presente provvedimento e disposti i relativistanziamenti.
Articolo 5.
1. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della protezione civile rimane estranea ad ogni rapporto contrattuale posto in essere in applicazione della presente ordinanza. La presente ordinanza verrà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il Presidente: Berlusconi, Roma 30 maggio 2008