martedì 23 dicembre 2008

LA VITA DI UN SINTO DI BOLZANO

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LA MIA VITA
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prima parte
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radames gabrielli
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Il mio ricordo incomincia all’età di circa quattro anni, eravamo accampati con le nostre piccole roulot e carri in mezzo agli alberi di melo, in piena campagna, mi sembra di ricordare che era caldo, mio zio stava strigliando il suo cavallo, non mi ricordo bene se era bianco oppure nero, ma mi ricordo che prese me ed i miei cugini e ci a messo in groppa al cavallo, lui teneva sia noi che il cavallo con le redini, era molto bello, ci divertivamo un mondo, ma ero molto piccolo perciò i miei ricordi saltano ad anno a anno, mi ricordo che ci fecero accampare in via San Maurizio, a Bolzano, avevo si o no cinque anni, eravamo accampati tutti insieme, la mia famiglia, i miei nonni con i propri figli a altri parenti come zii, cugini ecc. i miei avevano una carovana di circa cinque metri, l’interno era composto di una stufa a legno che era usata sia per scaldare che per uso cucina, un letto per i miei genitori e qualche sedia e tavolo. I miei genitori avevano avuto dieci figli, “pensate in una carovana di 5 per 2 metri in dodici persone” la sera tutti noi figli dormivamo in un grande letto per terra, in mezzo alla carovana, era anche bello, ma per i bambini tutto e bello, perchè i bambini sono bambini e non devono sapere niente dei problemi della vita, all’epoca c’era tanta neve, ed era molto freddo, e noi ci scaldavamo solo con una stufa piccolissima ad legna.
Eravamo accampati all’inizio di un bellissimo bosco, un giorno vennero delle ruspe mandate dal Comune “almeno credo” tutti noi bambini eravamo molto curiosi, ci piaceva vedere e correre intorno alle ruspe, siccome eravamo in molti e all’inizio del bosco non ci stavamo, allora vennero a fare una strada che portò all’interno del bosco, era un bosco di montagna, perciò fecero una strada in salita piana di curve, fecero delle piccole piazzole per metterci con le nostre roulot, mio padre si andò a mettere alla fine della strada, fino in cima, si fece una piazzola in mezzo alle piante, mi ricordo che mio padre e mio zio, si misero a costruire una piccola roulot di faigite, con dei piccoli listelli di legno, era per mio zio, una volta non le compravano come facciamo oggi, li costruivano come volevano loro, noi bambini salivamo ancora prima che la finissero, e mio padre ci sgridava.

Finita la roulot mio padre pian piano cominciò a costruirsi una piccola casetta di legno, mi ricordo perchè eravamo molto contenti di avere una casa tutta per noi, mio padre era molto bravo, così si mise a costruire la casa, tutti gli davano una mano, diventava sempre più bella, e più grande, c’era la camera da letto per i miei genitori con una porta, la cucina ecc. era una bellissima casetta, sembrava una casa di cow boy del west americano. Ma ci mancava l’acqua e la luce, per la luce non mi ricordo come fece mio padre, ma per l’acqua mi ricordo. Mio padre andò a comprare un lunghissimo tubo grande, siccome dalla montagna scendeva un piccolo ruscello, chiamò i miei cugini e i miei fratelli più grandi, fece tirare il tubo fino su sulla montagna, il più alto possibile, dove nessuno andava a sporcare l’acqua, prese un imbuto lo infilò nel tubo, sopra l’imbuto ci mise un retina molto fina, con dei buchi molto piccoli, in un modo che passasse solo l’acqua e non le impurità, costruì una specie di filtro.
Intanto compro anche del cemento, della sabbia, delle tavole e costruì una grande fontana, dove si poteva bere e anche lavare tutto quello che si voleva. Tutti erano contenti, avevamo l’acqua vicinissimo a casa, non occorreva più andare a prenderla con i secchi d’alluminio, molto pesanti nel portare a spalla.
Quella casetta in mezzo al bosco ci fece passare un po’ di anni felici e tranquilli i miei genitori erano contenti, finalmente si poteva stare un po’ larghi e soli.
La casa serviva anche per le grandi feste, come il Santo Natale, il capodanno, si divertivano un mondo, suonavano, ballavano, bevendo e mangiando quel poco che avevano preparato giorni prima in occasione delle grandi feste che stavano arrivando. All’epoca c’era più felicità di oggi, i più grandi si divertivano con pochissimo, trovavano mille modi per divertirsi, faceva gara chi saltava il più lontano, chi più in lato, chi centrava un albero piccolissimo con un coltello oppure un mannarino, chi buttava più lontano un grande sasso, chi alzava il masso più grande, si divertivano in mille modi, e noi bambini correvamo sempre in giro nel bosco, c’erano dei serpenti, scorpioni, dei altri animali che chiamavamo “mangia patate” avevano dei corni grandissimi, ci giocavamo quasi sempre, sia con serpenti che con gli altri animali. Ma il nostro gioco preferito era ai cow boy e indiani oppure ai spadaccini, “i tremoschettieri” , ci costruimmo dei archi e frecce per quando giocavamo agli indiani e spade e coltelli quando giocavamo ai moschettieri.
I miei cugini più grandi giocavano ai Sinti, cioè si costruivano delle piccole roulot con due ruote di carrozzine e la faigite, e giocavano che erano una famiglia di Sinti sposati, cucinavano e mangiavano davvero come se fossero una famiglia adulta. Erano i più furbi, giocavano sempre con le donne, e noi più piccoli non capivamo il perchè.

Era lì, in Via San Maurizio che incominciò la scuola per me e i miei cugini, era mio padre che ci accompagnava a scuola, con un pulmino giallo, con la scritta “scuolabus”.
Anche se all’epoca la scuola ci sembrava bella, oggi mi vengono in mente tanti fatti discriminanti. Quasi tutti noi frequentavamo regolarmente le lezioni, anche se erano pochissimi i maestri che lavoravano con impegno e pazienza, al contrario i maestri che non gli interessava se studiavano e imparavano qualcosa, erano la grande maggioranza, non gli importava se alla fine dell’anno c’erano dei risultati, positivi o negativi, se erano bocciati o se dovevano ripetere la stessa classe anche l’anno dopo.
La scuola era situata a due piani, al primo piano c’eravamo noi Sinti, al secondo i bambini Gage, non si poteva per nessun ragione al mondo andare al secondo piano, era proibito sia per i Sinti che per i Gage scendere al primo piano, non potevamo frequentarci o parlarci, perfino quando c’era la ricreazione all’aperto o la pausa panino/colazione non si poteva uscire insieme, non si poteva giocare insieme a pallone o qualsiasi altro gioco, si lasciava la classe soltanto a turno, prima i Gage dopo…solo dopo, potevamo uscire noi Sinti, le lezioni non finivano parallelamente, ma singolarmente.
Grazie a quegli insegnamenti, le rare volte che ci potevamo vedere, i bambini Gage imparavano a deriderci e a prenderci in giro davanti a tutti, chiamandoci con disprezzo “zingari, zingari” e in altri mille modi diversi, e così con la demoralizzazione nel cuore, noi ci difendevamo tante volte arrivavamo anche a fare botte, creammo delle piccole bande tra Sinti e Gage, avevamo un accordo per incontrarci di nascosto a fare botte, lotte tra bambini adolescenti di un’età fra i 6 e 11 anni.
Bambini ancora piccoli, piccoli al punto che non potevamo sapere che cosa era l’odio e la cattiveria, ma avevamo la certezza che era il modo giusto, perché insegnato dagli stessi genitori.
Ma il più strano era che quando i maestri arrivavano a dividerci, non sgridavano o davano la colpa a tutti i bambini, ma solo e sempre nostra, perciò ancora piccoli sapevamo già che non eravamo ben accettati, crescevano con la consapevolezza d’essere malvisti odiati e derisi.
Quando avevamo capito tutto questo, incominciammo a giocare da soli, il pallone era il gioco più frequente a scuola, appena uscivamo alla pausa ricreazione, giocavamo subito a palla, e quelli che non potevano giocare a pallone giocavano i giochi insegnatoli dai maestri, come salto in alto, in lungo, e tanti altri giochi che si potevano fare sia con maschi e femmine, a parte tutto il resto era bello andare a scuola, o provato a stare a casa dicendo che ero ammalato, ma poi mi pentivo pensando ai altri che erano tutti a scuola e io solo a casa.
Allora mi sono messo a studiare, mi piaceva molto, anche se qualche volta litigavo con certi maestri mi piaceva lo stesso.
Eravamo in due della mia classe che dovevamo andare alle scuole medie, ma pensavamo come era difficile andare d’accordo con i bambini Gage e che eravamo solo in due in mezzo a tantissimi bambini Gage, non ci siamo andati, io o preferito andare a scuola per un altro anno alla quinta elementare.
Nella scuola ci avevano insegnato vari temi, e c’era anche il catechismo, perciò con altri bambini Sinti, prendemmo la prima comunione, non mi ricordo quanti anni avevo e nemmeno come era, in mezzo a noi c’era anche mia sorella più grande. Quando si tornava a casa eravamo ancora più felici, ci mettevamo subito a giocare in mezzo al bosco, non ci importava se stava diventando notte e non si vedeva quasi niente, importava solo divertirci e basta. Solo quando ci chiamavano per mangiare tornavamo a casa, mangiavamo e poi guardavamo la televisione, la televisione…era in bianco e nero, quando la comprata mio padre, per noi era una grande sorpresa, era bellissima, la comprata appena finito la costruzione della casetta in mezzo al bosco, era la prima televisione che vedevamo, immaginate la nostra gioia, anche noi avevamo una televisione in casa, e anche se noi bambini potevamo vedere solo fino al Carosello, poi dovevamo andare a dormire, ma per noi andava bene, eravamo contenti lo stesso.
Era l’unico televisione della mia famiglia allargata, cioè nonni zii e cugini, quando facevano vedere un bel filmato di cow boy allora tutti si sedevano per seguire il film, chi sulle poche sedie, chi per terra.
Penso che i miei anni più belli fossero proprio in quei anni in Via San Maurizio, o tantissimi bei ricordi di quella via.
Mi ricordo che era la prima volte che mi sono innamorato, avevo si o no, sei o sette anni, incomincio così, un bel giorno arrivarono dei camion e una bella macchinona, erano dei Gage che vennero a stabilirsi vicino a noi, si presero un posto e si misero subito a lavorare, con le ruspe fecero un piccolo piazzale, e subito incominciarono a costruire una casa di cemento e mattoni, era stretta ma molto lunga, in un batter d’occhio la costruirono, da quel che mi ricordo in un po’ di giorni la finirono con arredamento competo, camere cucine salotto tutto quello che serviva per una casa, vennero ad abitarci appena finito l’arredamento.
Era una famiglia abbastanza grande, mi sembra che c’erano due figli maschi tre o quattro femmine, e tra quelle femmine c’era quella che mi ha fatto innamorare, una bellissima bambina mora, ma il bello era che non mi sono mai dichiarato, lei non sapeva niente, anzi non mi guardava nemmeno.
Un giorno tornando da scuola mi sono deciso di dirglielo, ma non a voce, perchè ero molto timido, allora scrissi una letterina, e misi all’interno un piccolissimo giocattolo, ma la disgrazia di avere sette sorelle mi impedì di recapitare la letterina, una delle mie sorelle mi vide che nascondevo qualcosa, riuscì a trovarla ance se io la nascosi, l’apri e la letta davanti a tutti, io rosso dalla vergogna scappai fuori da casa in mezzo al bosco pieno di rabbia contro mia sorella, li fini il mio primo amore.
Ma la vita continuava, giocavamo e studiavamo come tutti i bambini dell’età di tutto il mondo di 6 - 10 anni, l’inverno per noi era duro, all’epoca la neve cadeva sempre, anche se a noi bambini piaceva per i nostri famigliari non era facile, perchè loro dovevano andare a lavorare, le donne andavano a vendere dei centrini, asciugamani, tovaglie ecc, andavano a piedi, chi fino in centro città e ci preferiva andare sulla montagna dai contadini, che gli davano patate, latte, burro e altro, in cambio di tovaglie o mano d’opera per aiutare in casa a pulire ecc.
Gli uomini andavano a suonare davanti alle case, scuole, uffici ecc, e di notte nei locali come taverne, bar, ristoranti cantine ecc, ecc.
Solo mio padre aveva due lavori diversi, un era che ci portava a scuola con un pulmino, e l’altro la sera andava a suonare con il violino nei locali di paesi, città ecc.
Ma a noi non ci interessava, noi pensavamo solo a giocare, l’inverno ancora meglio, ci costruivamo delle slitte con i coperchi dei fornelli a gas da cucina, ci salivamo e via…fino all’arrivo, non ci importava se ci facevamo male, importante era giocare e divertirci.

Finito l’inverno, finiva anche la scuola, si doveva partire per lavorare, i miei dovevano cercare posti di turismo per suonare e guadagnare di più, io era contento perchè o si andava al mare oppure al lago, del Garda, di Como oppure al lago Maggiore, ma per me era uguale perchè mi piaceva nuotare, ma a mio padre piaceva andare all’estero, gli piaceva conoscere altri stati, paesi nuovi, dove non c’era mai stato.
La mia famiglia era cattolica, seguiva la chiesa, d’accordo con il parroco, la mia famiglia incomincio ad andare in pellegrinaggio a Lourdes in Francia, a trovare la Madonna, in quel posto sembrava di essere in un'altra dimensione, c’era tanto silenzio, anche se c’erano migliaia di persone, il silenzio era immenso, si sentiva solo le persone che pregavano, chi in piedi e chi in ginocchio davanti alla statua della Madonna. Proprio in paese avevano allestito un grande piazzale attrezzato con bagni docce wc, dove potevamo accamparci con le nostre roulot, penso che era comunale, ed era attrezzato apposta per noi Sinti, c’era anche un grande palco per la musica, c’erano tantissimi Sinti arrivavano dalla Germania, dalla Svizzera, dall’Austria, dalla Spagna, arrivavano da tutta l’Europa per pregare in pellegrinaggio per la Madonna di Lourdes.
Chi con le roulot, camion, carri, corriere, autobus, per le famiglie che non avevano posto per dormire, c’era pronta una grande tenda militare, e una di quella tenda fu data anche a noi perchè eravamo una famiglia numerosa, mi ricordo un fatto che non mi dimenticherò mai, la mattina verso mezzogiorno, mio fratello e mio cugino andarono a prendere l’acqua con dei bidoni di latta, tornando indietro cominciarono a battere sui bidoni con dei legni e incominciarono a cantare, (mio fratello cantava molto bene), e cantava sempre più bene e forte, tutto d’un tratto lo seguirono diversi Sinti, più cantava e più diventavano i Sinti che li seguivano, qualcuno incomincio a gridare che era “Antovan” ( un cantante Francese di successo) allora tutti diventavano matti, mio fratello e cugino dovettero scappare, la folla diventò immensa, li seguirono fino alla nostra tenda, tutti volevano che mio fratello cantava, c’erano perfino donne con i piatti in mano, ancora insaponati, allora mio fratello costretto a cantare, prese la chitarra, si mise sopra il tetto della macchina e cantò, dovette cantare parecchie canzoni per calmare il pubblico, e dovette promettere che cantava la sera sul palco.
Infatti tutti i Sinti non erano venuti solo per pregare per la Madonna, ma erano venuti anche incontrare vecchi amici, per divertirsi e cimentarsi, fra Sinti e Gage.
Arrivò la sera, e tutti i Sinti si stavano esibendo, tutti i musicisti d’Europa erano pronti a cimentarsi, a confrontarsi, c’erano i violinisti più bravi e famosi, chitarristi e cantanti migliori, che facevano a gara chi cantava e suonava meglio, in mezzo a questi gruppi c’erano anche mio cugino, mio Padre e mio fratello, due violini un chitarrista e cantante, la musica che suonavano gli altri era quasi tutta Jezz, i miei famigliari suonarono sempre la stessa loro musica, musica Ungherese, la Tzardas, che alla maggioranza dei Sinti e Gage piacque molto.
Finito il concerto incomincio la Via Crucis, tutti i Sinti andarono a pregare sulla “Via Crucis” con delle candele coperte da una carta, con impressa l’immagine della Madonna o di Gesù, era la strada ricostruita, che Gesù fece quando lo mettevano in croce, all’epoca si contavano circa 4-5 mila Sinti provenienti da tutte le parti d’Europa. Ma non fu solo il primo anno, dopo quella prima volta, ci andavamo tutti gli anni.
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domenica 19 ottobre 2008

SINTI...CHI SONO...PERCHE' LA PERSECUZIONE...

Ma chi sono i sinti.


Si afferma che i Sinti, provengono dall’India settentrionale, da dove emigrarono per cause ancora sconosciute, si afferma che passarono in Persia, in Grecia, nei Balcani e da lì si diviserò e si sparpagliarono in tutto il mondo, specialmente in Europa, dove ancora oggi ci sono tantissimi Sinti e Rom, sembra che il loro girovagare abbia iniziato nei dintorni del 1400, si distinguono in due gruppi maggioritari, i Sinti e i Rom, fra questi due popoli ci sono tantissime Minoranze sparse per il mondo, in Italia ci sono i Sinti Estraicharia, khranaria, khrasaria, i veneti, i piemontesi, i lombardi ecc, poi ci sono le Minoranze Rom che sono gli istriani, sloveni, croati, kalderasha, lovaria, khorakhane, ecc.
Da quella partenza cominciò il loro girovagare, all’inizio girarono perché non potevano fermarsi da nessuna parte, perché erano stranieri, persone mai viste, mai conosciute personaggi cosi strani, neri ma non neri, bianchi ma non bianchi, non si capiva chi erano e da dove venivano, e perciò scacciati e mandati via da tutte le parti, obbligati a girovagare senza mai fermasi piu dello stretto necessario, il Sinto era diventato un popolo di girovaghi che lavoravano un po’ qua e un po’ là, chi con gli orsi, con i cavalli, battitori di rame, fabbri, saltimbanchi, musicisti ecc, ecc.

I Sinti giravano per tutte le Regioni, Province, Comuni ecc, andando in giro con i loro carrozzoni trainati dai bellissimi cavalli neri o bianchi, era gente molto allegra e vivace, quando si fermavano per passare la notte, nei verdi prati, o nei bellissimi boschi, accendevano dei bellissimi fuochi, i giovani tiravano fuori dai carrozzoni le chitarre e i violini, e le ragazze incominciavano a ballare al bellissimo ritmo delle loro canzoni, ideate al momento, intorno il fuoco, che si alzava vigorosamente in alto, verso il cielo, e mentre le donne piu anziane preparavano da mangiare, i loro uomini accudivano i cavalli dandogli da mangiare e bere, strigliandoli con amore, i più giovani dovevano accudire i carri e raccogliere legna per il fuoco, fieno per i cavalli, e prendere l’acqua dai ruscelli vicini.
Finito di fare i lavori quotidiani e dopo aver mangiato, si preparavano ad andare in paese con i violini e chitarre, andando a suonare per la gente del paese, per farla divertire e per raccogliere un pò di soldi per la famiglia, ritornando a casa ubriachi di vino e di stanchezza.
La mattina le donne andavano al paese a leggere la mano o le carte, a predire il futuro a chi voleva sapere qualcosa del futuro, oppure a vendere i cesti, borse e fiori che gli uomini costruivano con i rami di vimini ecc, seduti vicino ai loro carri.
Ma i Sinti non erano soltanto dei bravissimi musicisti, ma erano anche dei bravi liutai che si costruivano violini, chitarre e mandolini, e fabbri per i ferri dei cavalli e tutto quello che si doveva costruire in ferro.

I Sinti hanno fatto questa vita per molti secoli, fino a quando non incominciarono le discriminazioni, odii razziali e le grandi guerre mondiali, dove pian piano nei archi di moltissimi anni distrussero la maggioranza dei popoli Sinti e Rom, oggi in tutta l’Europa rimasti in 10 milioni, voi Gage Italiani“non tutta l’Europa”ma solo voi d’Italia…siete all’incirca 56/57milioni…
Uccisi, violentati, resi schiavi, rinchiusi in appositi campi di raccolta, legati sulle galere a remare, bambini e donne resi sterili soltanto per non ricrearsi e altre cento…mille violenze subite.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, la loro vita sembrava che andava un po’in meglio, la gente sembrava un po’ più buona, più umana, dopo la guerra c’era un po’di più amore verso tutti. I lavori per i Sinti cominciavano ad andare meglio, si riusciva a vendere qualcosa in più, chi pagava con i soldi, chi con fieno, galline, patate ecc, ecc. ci si aiutava tra tutti.

Ma dagli anni cinquanta, sessanta in poi, pian piano le cose ricominciarono a cambiare, rispuntò la paura del diverso, la discriminazione e l’odio razziale, la cattiveria superò i tremendi ricordi delle guerre passate.
Per il Sinto ricominciò il calvario passato, si ricostruirono i campi nomadi, posti orrendi dove rinchiudere i Sinti e Rom in tempo di pace, non permettendo più ai Sinti di girare liberi dove volevano, di lavorare con i loro lavori Tradizionali, di andare a vendere mercanzie artigianali.

Oggi non ci sono piu i cavalli, i carrozzoni, i boschi, i prati, oggi abbiamo le automobili, le roulot, ma non si può piu girare il mondo, non si può fermarsi dentro un bel bosco, in mezzo ad un prato verde con tanti fiori, i bambini non possono piu correre liberi dove vogliono ( questo vale per tutti i bambini del mondo) oggi c’e’ il cemento, la ghiaia, la recinzione, i grattacieli a mille piani, senza prati, alberi, fiori, non si può piu divertirsi con la natura, oggi c’e’ il vietato entrare, pian piano la stanno distruggendo, ammazzandola in tutto il mondo.
Nei grattacieli vorrebbero mettere anche i Sinti, il Sinto che è come la natura, come l’albero, il prato, il bosco, vogliono far scomparire il popolo Sinto, come faranno scomparire tutta la natura, pian piano distruggeranno tutto il mondo, forse qualcuno riuscirà a dire ! “Cosa abbiamo fatto” Peccato che lo diranno quando sarà troppo tardi, perché a nessuno interessa veramente la sorte della terra, ma gli interessa solo vivere il presente e pensare come fare soldi.
Il Sinto e un popolo perseguitato, odiato da tutti e vive molto male, oggi non può più girare per il mondo, quando va in giro con la sua roulot, e si ferma in un qualsiasi posto, ( anche nei campeggi ) appena vedono che sono Sinti arrivano le forze d’ordine (di solito, chiamati dai cittadini o gestori ) a mandarli via, anche se stanno cucinando, mangiando o sostano provvisoriamente per un paio d’ore, in certi comuni d’Italia vengono addirittura a svegliarli dopo la mezzanotte ( alle due o tre di mattina) non gli interessa che ci siano bambini e vecchi che dormono, a loro interessa solamente scacciarli, dicendo sempre la solita frase “ qui non si può sostare o campeggiare”. Tanti Sinti oggi anno perfino comprato dei camper con la speranza di poter girare e per fermarsi dove gli capita, ma anche in quel caso e solo una speranza.
Ma come può fare il Sinto a lavorare con questi sistemi, ed in queste condizioni molto precari. Per trovare degli ingaggi per la sua musica, deve girare a cercare i posti migliori, deve fermarsi nei paesi di massima villeggiatura, ma diventa sempre più difficile.
Per andare avanti prova anche a inserirsi nei lavori della società, lavori nuovi, lavori difficili per il sinto perchè nessuna praticità ed esperienza, ma senza nessun risultato. Nessuno a il coraggio di assumere al proprio servizio un Sinto, non gli sì da fiducia perché subito reputato ladro e delinquente e l’unico lavoro che può ottenere e quello in nero, senza assunzione e senza speranze per il futuro.
Hanno obbligato il sinto ad entrare dentro un campo nomadi, senza chiedergli se per lui andava bene o se voleva andare a viverci, l’anno obbligato a entrare con la forza della disperazione di chi non aveva nessuna altra via d’uscita.
Tanti Sinti stanno scegliendo di vivere negli appartamenti, di rinchiudersi fra quattro mura, una scelta molto dura, per chi vivere all’aperto e la vita, ma bisogna fare la scelta migliore
Un campo nomadi e da chiudere, da eliminare, perchè per il sinto e sinonimo di ghetto e di concentramento, tutti messi insieme, uno sopra l’altro senza un minimo di praivasi, senza pensare alla fine della loro tradizione e cultura, alla fine del proprio lavoro tradizionale insegnato al proprio figlio o nipote con orgoglio e felicità, insegnatogli da generazioni dai suoi avi.
Vogliono che il popolo Sinto abbandoni, millenni di tradizioni e di culture, del suo modo di parlare e di vivere, cosi che non abbia più niente da ricordare, da raccontare e da passare ai propri figli.

GUERRA PER I SINTI...INTRAMONTABILE



Tanti popoli nei tempi passati hanno visto l’orrore della guerra,
Ma l’orrore che à visto il popolo dei Sinti non là visto nessuno… e stato oggetto di razzismo e di discriminazione razziale, e stato uno dei popoli più martoriato e più odiato da diverse etnie, è stato oggetto d’esperimenti, torture e di divertimenti per le “SS”. Specialmente le donne e i bambini… violenze carnali, esperimenti perché gemelli, con occhi verdi ecc, tantissime donne private ad essere mamme gia da bambine.
Il Sinto e stato “ed ancora” il popolo più odiato da tutte l’etnie del mondo, per la maggior parte dalla popolazione gagio era considerato un essere vivente di nessuna utilità, essere di bassa plebe, delinquente, nato solo per un errore ecc. Per questi motivi veniva usato per il più umile e peggior scopo, picchiato, maltrattato e denigrato, solamente per divertimento o per sport.
Nell’ epoca i Sinti giravano per il mondo a piedi senza nessun tipo di trasporto, “d’inverno” dormendo nei fienili e nelle grotte senza riscaldamenti, e d’estate sotto gli alberi coprendosi con il fieno. Nel passare degli anni incominciarono a costruirsi dei piccoli carri tirati a mano, servivano sia a portare i loro averi sia a dormire, e pian piano con gli anni che passarono costruirono dei carri più grandi, trainati da cavalli o buoi, dove potevano viverci e dormire anche d’inverno.
Già in quell’epoca le forze d’ordine “ varie volte con un motivo”, ma la maggior parte delle volte era senza un preciso motivo, era solo perché vedevano un accampamento di Sinti venivano a chiedergli, i documenti e che cosa facevano in quel posto, dopo aver fatto le loro informazioni, venivano subito mandati via, e se non andavano via con le buone allora dovevano andarci con le cattive, malmenandoli e distruggendo le loro cose, non gli davano nemmeno il tempo di mangiare o di dormire la notte, perché svegliare dei Sinti anche se sono adulti, bambini, ammalati o stanchi non c’era nessun’importanza perché essendo Sinti non avevano nessun tipo di diritto, perciò via sloggiare, e così i Sinti hanno incominciato a nascondersi, a cercare dei posti dove non li trovavano e posti dove potevano stare tranquilli per un po’di giorni.
Il tanto odio per i Sinti era solo perché se c’era una mela marcia nel popolo sinto! Per i gage tutto il popolo Sinto era marcio non il singolo !! parole povere “un Zingaro ruba… tutti i zingari rubano”non e un ladro singolo, ma e un popolo ladro!!! Ma quando un gagio ruba, non rubano tutti i gage, il gagio che ruba e considerato un delinquente singolo, non come il zingaro.
E ancora oggi per tantissimi gage per i Sinti non e cambiato niente e rimasto come tanti anni, c’e’ ancora razzismo, discriminazione, odio e il Sinto e rimasto ed rimarrà per sempre un popolo indesiderabile.
Un po’ di tempo fa una pattuglia di polizia e entrata nella proprietà privata del consorzio firmian, dove esiste un accampamento Sinti provvisorio, erano le ore 17 10 circa, di domenica 08 ottobre 2006 entrarono senza scendere e spegnere la macchina, senza che nessuno li avesse mandati, “l’anno anche detto che erano di passaggio e che sono passati per caso”, forse solamente per disturbare, solamente per sport o perché non avevano niente di meglio da fare, così vanno dai Sinti a far vedere la loro superiorità, e chi e che comanda, chiedendogli i documenti a casa loro, senza nessun motivo, facendo finta di non sapere che erano i Gabrielli di via resia (Sinti nativi e stabili a Bolzano.)

Mai le forze d’ordine vengono dai Sinti per fare amicizia, per farsi volere bene, per chiacchierare, per vedere se tutto va bene o se anno bisogno di qualcosa, ho per dire che se avete bisogno noi chiamate verremmo subito, senza guardare di che etnia siete, siete cittadini Italiani anche voi!!!
Come fa il Sinto a fidarsi delle forze d’ordine, a vivere tranquillo, sentendosi addosso gli occhi sospettosi e accusatori di tutti, carabinieri, polizia, cittadini gage, ecc,ecc. ci fanno capire che essendo Sinti non abbiamo nessuna fiducia da parte di nessuno, ci fanno sapere in tutte le maniere che siamo sempre sotto controllo, anche se non facciamo niente di male, anche se non andiamo a rubare o a far casini vari, anche se siamo a casa nostra, anche se non diamo nessun fastidio a nessuno, anche se nessuno li chiama o li manda, o forse vengono senza essere chiamati o mandati perché hanno l’ordine dai loro capi di sorvegliare sia di giorno che di notte tutti i Sinti di Bolzano, senza dare “o non ha” importanza che siano o non siano delinquenti, lavorano o non lavorano, basta essere Sinti ! persone inaffidabili per tutte le popolazioni del mondo.
Ecco perché per i Sinti e i Rom di tutto il mondo la crudeltà della guerra non finirà mai, e incominciata ma non e mai finita, che cosa dovrebbero fare per un cambiamento di vita! Devono rifiutare, abbandonare o rinnegare il loro credo, la tradizione, cultura, usanza e lingua tramandata da generazione in generazione, nascondere che sono un popolo diverso !!
“Sinto”
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STORIA, CAMBIAMENTO, ETNIE...

la quasi scomparsa delle altre etnie.
CHI a cambiato e distrutto la etnia, l’usanza e tradizione degli uomini rossi d’America, gli uomini neri d’Africa, gli Incas, gli Atzechi, i Ebrei, gli Zingari! Anno distrutto anni di tradizioni di usanze, e tutto questo solamente perché avevano un altro credo, una diversa Cultura, tradizione e usanza, impossibile accettare la verità; che cerano persone di diverse etnie, culture, questo era inaccettabile e perciò era meglio sopprimerli, ucciderli tutti, imporli ad una cultura e tradizione diversa, nuova, sottometterli a tutti i costi.
Per questi motivi sono rimaste ben poche le persone in questi popoli martoriati per secoli, e chi e rimasto a dovuto cambiare la sua tradizione,ed suo modo di vivere, ma non solo ha anche dovuto abbandonare il suo credo, la tradizione, la cultura, l’orgoglio, il coraggio, la dignità, il suo tradizionale lavoro e la piu importante di tutto la “ LIBERTA’ ” anno voluto uccidere proprio tutto.
E ancora oggi, per quei pochi Sinti che sono sopravissuti all’olocausto, a quella terribile distruzione di popoli, per i Sinti e Rom la persecuzione, l’emarginazione, la discriminazione ed i pregiudizi, il razzismo continuano, non hanno capito quello che anno fatto nel passato, vogliono rifare tutto di nuovo, vogliono ancora che noi Sinti abbandoniamo tutto, forse siamo i soli che abbiamo ancora un po’ di tradizioni, ed ancora come nel passato, non va bene che ci siano persone di diverse etnie, di diverse culture,oggi non possono ammazzarci perché non ci sono guerre, ma vogliono ancora sottometterci alla loro volontà, alle loro tradizioni e culture. Ma non ci hanno cambiati abbastanza? Non ci hanno decimato abbastanza? Ma cosa vogliono fare, dove vogliono arrivare, vogliono solo un popolo unico…il popolo ariano! Ma non può esistere, perchè esistono tantissimi popoli di diverse etnie sparse per tutto il mondo.
Il razzismo c’e’ sempre stato e ci sarà sempre, finche ci saranno persone che vorranno sottomettere altre persone.

ANCORA OGGI ANNO...2008

Sinti e Rom...dopo anni di un quasi silenzio...
ritorna la schedatura.
la perpetua persecuzione continua...
Oggi nell’anno 2008, Maroni a dato il via alla Polizia di prendere le impronte digitali a tutti gli abitanti di tutti campi nomadi in Italia, (stranieri e italiani) compresi tutti i bambini ancora minorenni, esseri umani marchiati come animali, fotografati e schedati già da piccoli come delinquenti e criminali, l’unico reato colpevoli d’etnia diversa…Sinti e Rom.
Maroni ha riproposto le leggi della Germania, esistenti nei anni 1890, 1909,1920 e 1938, sono stati emanati e dimenticati ormai da più di cento anni fa.

I rastrellamenti d’oggi sono eguali ad allora, all’orrore passato durante la seconda guerra mondiale dai Sinti, Rom ed Ebrei, oggi la differenza e nulla, stiamo tornando al tempo dove rinchiudevano tutti i Sinti e Rom, senza distinzioni d’età e sesso, stiamo tornando alla seconda guerra M, alle disposizioni dal Reichsführer SS e Capo della polizia tedesca, «regolamentazione della questione degli zingari – in base alla disposizione della polizia degli stranieri del 22 agosto 1939 (RGBI. I p. 1053».
Il Mondo…l’Europa…il Governo italiano…il Presidente d’Italia…nemmeno il Santo Padre si fa sentire…personaggi che con un misero piccolo gesto potrebbero fermare tutto quest’assurdo odio razziale, che si sta evolvendo sempre più forte, in tutta l’Italia, si stanno nascondendo, facendo finta di non sentire e vedere il male che si sta perpetuando verso i popoli dei Sinti e Rom, stanno aspettando che un altro olocausto…un nuovo Porrajmos divori tutti, soltanto ala fine interverrà qualcuno a denunciare un altro, a portare un colpevole davanti ad un giudice.
Come fa la gente a dormire, ad alzarsi la domenica mattina, recarsi in chiesa con tutta la famiglia a pregare, a confessarsi, chiedendo “mi assolvi padre perché o peccato” come fanno a credere in Dio se partecipano tacendo, accettando e permettendo applaudendo tutto il male che sta perseverando in Italia. Come fanno tutte le chiese, le religioni… a stare in silenzio, a permettere tutto questo.
I Sinti e i Rom ancora oggi, dopo 60 anni dalla grande guerra, stanno ripassando tutto l’orrore, la paura, la disperazione che hanno provato all’epoca, sono ancora braccati e perseguitati, devono ancor fuggire nascondendosi nelle campagne e nei boschi, tenersi lontano dai centri abitati. Un vento gelido entra nella mente, nel cuore, la disperazione, l’orrore, la paura vista attraverso gli occhi dei bambini, delle donne e dei vecchi, fanno scoppiare le vene di rabbia, ma anche di crepacuore, perché un pensiero forte, sempre più grande si fa strada, ci ammazzano tutti, dove andiamo, cosa facciamo, con cosa ci copriamo quanto fa freddo, i nostri bambini come faranno a crescere sani e forti, senza mangiare e bere , coma possiamo vivere in mezzo a tante barbarie, in mezzo a tante cattiverie…la consapevolezza certa che non si può far niente, i più forti sono loro, i Sinti e i Rom non hanno dei soldati, degli eserciti che li difende, che li salva dal nemico, non possono nemmeno difendersi da soli, perché non hanno nessun tipo d’arma, ne fucili, e ne bombe atomiche, nella loro religione, nella mente, nel cuore non c’e’mai stata la guerra.
I Sinti e i Rom non hanno nessuno che li aiuta, non hanno terre, capitali, petrolio, oro, miliardi, forse se avessero tutto questo, qualcuno direbbe con voce autorevole , Basta Italia…smettila.
Allora di nuovo come allora, stanno cercando di rinchiudere, di scacciare e di eliminare tutte le etnie Sinti e Rom, dopo aver visto che il grande assassino “Adolf Hitler” all’epoca non c’era riuscito, oggi ci riprova d’Italia, coinvolgendo e istigando all’odio razziale, la maggior parte della popolazione italiana, dichiarando che i Sinti e
Rom sono tutti dei criminali, colpevoli dei reati più grandi e crudeli del Mondo,e se tutti i Rom e Sinti d’Italia scomparirebbero…anche tutto il male scomparirebbe.

Rom e Sinti danno fastidio a tutti…non perché rubano…non perché sono sporchi o per le mille ragioni che gli si vuole attribuire…no non per tutto questo…se davvero il motivo principale e quello che gli si vuole attribuire…allora si dovrebbero punire tutti i popoli, perché questo si trova in tutti i popoli esistenti al Mondo.

Il Dott. Johann Trost ex deportato a Dachau, alla sua testimonianza resa alla commissione Olandese per i crimini di guerra.
< Tutti disprezzavano gli zingari, di razza pura o meticcia: tutti, dai deportati alle SS. Allora perché rinunciare? Chi si sarebbe lamentato? Chi avrebbe testimoniato? Gli zingari contavano ancor meno degli ebrei. Gli zingari non avevano nessuna rappresentanza negli stati che li avevano visti nascere. Essi non esistevano a livello nazionale o internazionale. Al limite siamo stati in presenza di un delitto perfetto. Un delitto senza cadaveri. Chi volete ancora oggi che reclami uno zingaro. >

La stupidità più grande nel mondo è la paura del diverso…ma l’ignoranza più grande e non ammettere che tu stesso sei un diverso fra i mille diversi…

DISCRIMINAZIONE E L'ODIO RAZZIALE NEGLI ANNI

La perpetua persecuzione dei Sinti e Rom
1890
Organizzato in Germania uno speciale congresso sul tema Zigeunergeschmeiss ("la schiuma zingara"). Le forze militari vengono ufficialmente autorizzate a regolare i movimenti degli zingari.

1899
Viene istituita a Monaco di Baviera la Zigeunerpolizeistelle, un ufficio di polizia con specifici compiti di controllo sugli zingari. Il corpo nasce in seguito ad un’esplicita richiesta del Servizio informazioni sugli Zingari, creato, nello stesso anno, dal funzionario statale Alfred Dilmann, per lo sviluppo di apposite ricerche sulla comunità Rom e Sinta.

1909
Un’apposita conferenza dedicata "al problema zingaro" decide di marchiare a caldo tutti i Rom e Sinti tedeschi per una più facile identificazione.

1920
Karl Binding ed Alfred Hoche, introducono la nozione "delle vite indegne di vita" suggerendo la sterilizzazione e l’eliminazione dell’intera comunità Rom e Sinta. Questa nozione verrà eletta a fondamento delle teorie sulla razza del nazismo del 1933.

1922
Tutti gli zingari presenti in territorio tedesco devono essere fotografati e rilasciare le proprie impronte digitali.

16 luglio 1926
In Baviera l’Ufficio Centrale per la lotta alla piaga zingara vara legge numero 17 detta "Zigeuner- und Arbeitsscheuengesetz" (Legge contro zingari e renitenti al lavoro). Un provvedimento che, oltre ad impedire l'accesso in territorio tedesco, creava una sorta di ghettizzazione per tutti quei Rom e Sinti già presenti in Baviera. Un’imposizione che si conforma come una palese violazione dei termini della costituzione di Weimar.

1927
In Baviera vengono sviluppati i primi "campi speciali" per incarcerare gli zingari. Otto mila Rom e Sinti verranno reclusi in questi autentici protocampi di concentramento.

1928
Tutti i Rom sono posti sotto sorveglianza permanente della polizia. Il professor Hans Gunther pubblica un documento in cui sostiene che gli zingari "hanno introdotto l'anima straniera in Europa". Aumenta il numero dei "campi speciali".

1930
Avviate le procedure di sterilizzazione per tutti i Rom e Sinti della Germania.

1933
Il Nazismo introduce una legge per legalizzare la sterilizzazione postulata dai dettami dell’eugenetica. Un provvedimento adottato per prevenire il dilagare di "zingari e la maggior parte dei tedeschi di colore nero".

1934
Consolidati i metodi di schedatura, sterilizzazione e deportazione principalmente verso campi di concentramento di Dachau, Dieselstrasse, Sachsenhausen. Due leggi pubblicate durante quest’anno proibiscono ai tedeschi di sposarsi con "ebrei, zingari e negri".

1935
Promulgate le Leggi di Norimberga. Secondo tale provvedimento gli zingari devono essere perseguiti a protezione dell'anima e dell'onore tedesco. L' unione con la gente bianca è rigorosamente proibita.

1938
Tobias Portschy pubblica "Die Zigeunerfrage", fondamento ideologico dello sterminio zingaro.

12-18 giugno 1938
Si svolge la Zigeuneraufraumungswoche (la settimana di pulizia dagli zingari"). Centinaia di Rom e Sinti in Germania ed Austria sono arrestati, malmenati ed imprigionati. Himmler predispone che determinati Rom e Sinti siano mantenuti in vita alla stregua di "monumenti storico-antropologici" affinchè gli li si possa nel tempo studiare. Raccomandazione mai rispettata.

8 dicembre 1938
Heinrich Himmler emana un decreto fondamentale nella storia dello sterminio zingaro. Il provvedimento, il cosiddetto Zigeunererlass, riguarderà, per la prima volta, esclusivamente la "razza zingara", suddivisa in zingari nazionali e stranieri. Mentre per questi ultimi veniva espressamente vietato l’ingresso in territorio tedesco, per i primi diventava possibile, attraverso una lunga serie di acrobazie burocratiche, ottenere documenti e carte d’identità eccezion fatta per il porto d’armi.

1939
Reinhard Heidrich, per ordine di Adolf Hitler, vara il cosiddetto "editto di insediamento", in base al quale tutti gli zingari vengono obbligati a risiedere in campi di abitazione, appositi quartieri-ghetto collocati nelle periferie cittadine.

7 ottobre 1939
Himmler riceve il titolo di Commissario del Reich per il rafforzamento della nazione tedesca. Di sua piena competenza diventano i trasferimenti delle popolazioni "indesiderate".

1940
La prima massiccia azione genocidale dell'Olocausto avviene in gennaio quando 250 bambini Rom e Sinti sono usati come cavie per esaminare gli effetti del cristallo del cianuro al campo di concentramento di Buchenwald. La prima deportazione "ufficiale", espressamente richiesta dal Reich avviene il giorno 27 aprile quando, seguendo una direttiva del decreto VB n.94/40, si disponeva il trasferimento forzato degli zingari in stirpi chiuse nel cosiddetto Governatorato generale della Polonia occupata.

26 maggio 1940
Viene aperto il campo di concentramento di Auschwitz: il più grande campo del Reich.

1941
I Rom e Sinti sono le prime popolazioni cui viene espressamente proibito di prestare servizio nell' esercito.

31 luglio 1941
Heydrich, capo dell’ufficio principale di sicurezza di Reich, mette in moto la macchina dell’Endlosung, la soluzione finale per uccidere tutti gli ebrei, gli zingari ed i malati di mente. Comincia l'Olocausto.

24 dicembre 1941
Ottocento Rom e Sinti sono assassinati in un'azione nella notte in Crimea.

16 dicembre 1942
Himmler emana il cosiddetto Auschwitzerlass; un atto che prescriveva il totale internamento nel campo di Auschwitz degli zingari senza alcuna considerazione in merito alla loro presunta o effettiva "purezza razziale".

1° agosto 1944
Quattromila Rom e Sinti sono gassati ed inceneriti a Auschwitz-Birkenau durante l’azione ricordata come Zigeunernacht.

1945
Con la fine della guerra, la popolazione zingara annientata dai nazisti oscillerà tra il 70% e l'80% . Nessun Rom o Sinto è stato chiamato a testimoniare durante il processo di Norimberga e, di conseguenza, nessuna riparazione è mai stata pagata ai Rom e Sinti come vittime dell’olocausto.



sabato 9 agosto 2008

SINTI IN PIAZZA - MILANO



07-07-2008

Centinai di Sinti in Piazza a Milano, tutti di cittadinaza italiana.

si sono incontrati da varie città d'Italia per contrastare le schedature e le impronte digitali ai bambini Sinti.