domenica 29 giugno 2008

SINTI E ROM…DOPO PIU DI CENTO ANNI, RITORNA LA SCHEDATURA.

LE LEGGI DI MARONI INCOMINCIARONO IN GERMANIA NELL'LONTANO ANNO
1890
...
Nell’ 1890
– Hanno organizzato in Germania uno speciale congresso sul tema Zigeunergeschmeiss ("la schiuma zingara"). Le forze militari vengono ufficialmente autorizzate a regolare i movimenti degli zingari.
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Nell’ 1909
- Un’apposita conferenza dedicata "al problema zingaro" decide di marchiare a caldo tutti i Rom tedeschi per una più facile identificazione.
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Nell’ 1920
- Tutti gli zingari presenti in territorio tedesco devono essere fotografati e rilasciare le proprie impronte digitali.
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Nell’ 1938
- Si svolge la Zigeuneraufraumungswoche (la settimana di pulizia dagli zingari"). Centinaia di Rom in Germania ed Austria sono arrestati, malmenati ed imprigionati. Himmler predispone che determinati Rom siano mantenuti in vita alla stregua di "monumenti storico-antropologici" affinchè gli li si possa nel tempo studiare.
...
Oggi nell’anno 2008,
Il Ministro Maroni a dato il via alla Polizia di prendere le impronte digitali agli abitanti di tutti campi nomadi siti in Italia,
(stranieri e italiani)
compresi tutti i bambini ancora minorenni,
esseri umani marchiati come animali,
fotografati e schedati già da piccoli
come dei qualsiasi delinquenti e criminali,
l’unico reato...
colpevoli d’etnia diversa…
"Sinti
Il Ministro Maroni ha riproposto le leggi della Germania,
promulgate negli anni
1890 - 1909 - 1920 - 1938,
sono stati emanati e dimenticati ormai da più di cento anni fa.
...
I rastrellamenti d’oggi sono eguali ad allora,
all’orrore passato durante la seconda guerra mondiale dai Sinti, Rom ed Ebrei, oggi la differenza e nulla,
stiamo tornando al tempo dove rinchiudevano tutti i Sinti e Rom,
senza distinzioni d’età e sesso,
stiamo tornando alla seconda Guerra Mondiale,
alle disposizioni dal Reichsführer SS e Capo della polizia tedesca, «regolamentazione della questione degli zingari – in base alla disposizione della polizia degli stranieri del 22 agosto 1939 (RGBI. I p. 1053».
...
Il Mondo…l’Europa…il Governo italiano…il Presidente d’Italia…
nemmeno il Santo Padre si fa sentire…
personaggi che con un misero piccolo gesto potrebbero fermare tutto quest’assurdo odio razziale,
che si sta evolvendo sempre più forte, in tutta l’Italia,
si stanno nascondendo, facendo finta di non sentire e vedere il male che si sta perpetuando verso i popoli dei
Sinti e Rom,
stanno aspettando che un altro olocausto…
un nuovo Porrajmos divori tutti,
soltanto ala fine interverrà qualcuno a denunciare un altro, a portare un colpevole davanti ad un giudice.
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Come fa la gente a dormire,
ad alzarsi la domenica mattina, recarsi in chiesa con tutta la famiglia a pregare, a confessarsi, chiedendo “mi assolvi padre perché o peccato” come fanno a credere in Dio se partecipano tacendo, accettando e permettendo applaudendo tutto il male che sta perseverando in Italia. Come fanno tutte le chiese, le religioni… a stare in silenzio, a permettere tutto questo.
...
I Sinti e i Rom
ancora oggi, dopo 60 anni dalla grande guerra,
stanno ripassando tutto l’orrore, la paura, la disperazione che hanno provato all’epoca,
sono ancora braccati e perseguitati, devono ancor fuggire nascondendosi nelle campagne e nei boschi, tenersi lontano dai centri abitati.
Un vento gelido entra nella mente, nel cuore, la disperazione, l’orrore, la paura vista attraverso gli occhi dei bambini, delle donne e dei vecchi, fanno scoppiare le vene di rabbia,
ma anche di crepacuore, perché un pensiero forte,
sempre più grande si fa strada,
ci ammazzano tutti,
dove andiamo, cosa facciamo, con cosa ci copriamo quanto fa freddo,
i nostri bambini come faranno a crescere sani e forti,
senza mangiare e bere ,
coma possiamo vivere in mezzo a tante barbarie,
in mezzo a tante cattiverie…
la consapevolezza certa che non si può far niente, i più forti sono loro,
i Sinti e i Rom non hanno dei soldati,
degli eserciti che li difende, che li salva dal nemico,
non possono nemmeno difendersi da soli, p
erché non hanno nessun tipo d’arma, ne fucili, e ne bombe atomiche,
nella loro religione, nella mente,
nel cuore dei Sinti non c’e’mai stata la guerra.
...
I Sinti
non hanno nessuno che li aiuta,
non hanno terre, capitali, petrolio, oro, miliardi,
forse se avessero tutto questo, qualcuno direbbe con voce autorevole ,
Basta Italia…smettila.
...
Allora di nuovo come allora,
stanno cercando di rinchiudere, di scacciare e di eliminare tutte
le etnie Sinti e Rom,
dopo aver visto che il grande assassino “Adolf Hitler” all’epoca non c’era riuscito,
oggi ci riprova d’Italia,
coinvolgendo e istigando all’odio razziale, la maggior parte della popolazione italiana,
dichiarando che i Sinti
sono tutti dei criminali, colpevoli dei reati più grandi e crudeli del Mondo,
e se tutti i Rom e Sinti d’Italia scomparirebbero…
anche tutto il male scomparirebbe.
...
Rom e Sinti danno fastidio a tutti…
non perché rubano…non perché sono sporchi o per le mille ragioni che gli si vuole attribuire…no non per tutto questo…
se davvero il motivo principale e quello che gli si vuole attribuire…
allora si dovrebbero punire tutti i popoli, perché questo si trova in tutti i popoli esistenti al Mondo.
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Il Dott. Johann Trost ex deportato a Dachau, disse bene alla sua testimonianza resa alla commissione Olandese per i crimini di guerra.
Tutti disprezzavano gli zingari, di razza pura o meticcia: tutti, dai deportati alle SS. Allora perché rinunciare? Chi si sarebbe lamentato? Chi avrebbe testimoniato? Gli zingari contavano ancor meno degli ebrei. Gli zingari non avevano nessuna rappresentanza negli stati che li avevano visti nascere. Essi non esistevano a livello nazionale o internazionale. Al limite siamo stati in presenza di un delitto perfetto. Un delitto senza cadaveri. Chi volete ancora oggi che reclami uno zingaro.
...
La stupidità più grande nel mondo è la paura del diverso…
ma l’ignoranza più grande e non ammettere che tu stesso sei un diverso fra i mille diversi…

Basta con le stravaganze di Bruxelles

Maroni: «Andremo fino in fondo.
ROMA — Le critiche? «Moralismo finto e ipocrita». L'Unione europea? «La nostra posizione è in linea con le decisioni prese in sede comunitaria». Rilancia il ministro dell'Interno Roberto Maroni finito sotto attacco per l'ordinanza che impone di prendere le impronte ed effettuare fotosegnalazioni nei confronti dei nomadi, bambini compresi. E ribadisce: «Andremo fino in fondo con il censimento, così come con tutte le altre misure. Sono stato eletto per risolvere il problema della sicurezza e lo farò senza farmi condizionare da polemiche immotivate e infondate».
Un portavoce della commissione europea ha detto che l'identificazione attraverso le impronte non si può fare.
«Innanzitutto non si tratta di un portavoce. A parlare è stato un qualsiasi funzionario che non aveva nessun titolo per farlo e ha espresso solo un'opinione personale tant'è vero che la commissione europea attraverso il portavoce di Barrot ha dovuto smentire. Avevo incaricato il mio consigliere diplomatico di presentare una protesta formale, però c'è stata la smentita e dunque l'incidente è chiuso».

In realtà è stato precisato che la commissione non ha espresso giudizi perché non è consuetudine commentare gli annunci e le opinioni dei ministri degli Stati membri. Scusi ma l'ordinanza non è già operativa?
«È in vigore dal 30 maggio scorso. E rispetta, oltre alle leggi italiane, anche le direttive europee».

C'è una direttiva che consente i rilievi segnaletici per i minori? «Esiste il regolamento numero 380 del 18 aprile 2008 approvato in sede Gai, dunque dai ministri dell'Interno e della Giustizia europei, che prevede l'obbligo di prendere le impronte digitali a tutti gli extracomunitari a partire dai 6 anni prima del rilascio del permesso di soggiorno».

I nomadi non sono cittadini extracomunitari.
«Noi non sappiamo chi vive nei campi regolari né tanto meno in quelli abusivi. Non conosciamo la nazionalità degli occupanti e dunque dobbiamo censirli proprio per sapere se facciano parte dell' Ue o se invece arrivino da altri Paesi».

Il portavoce dice che si accerterà la compatibilità delle misure con la legislazione europea, lei è sicuro che ci sarà il via libera? «Eravamo nella stessa situazione quando abbiamo presentato il pacchetto sicurezza, ma poi abbiamo trasmesso gli atti al presidente Barrot e non c'è stato alcun rilievo. Ha ragione Berlusconi quando dice che i commissari europei e ancor di più i loro portavoce dovrebbero informarsi prima di parlare. Adesso si capisce meglio perché l'Irlanda ha votato contro l'Ue».
Meglio starne fuori?
«Non dico questo, ma certo queste continue voci dal sen fuggite inopportunamente e soprattutto false danno ai cittadini un'immagine dell'Europa di chi complica le cose invece che risolverle. Lunedì affronterà la questione anche con il ministro del-l'Interno francese. La Francia sta per assumere la presidenza, esternerò anche a lui la mia posizione: intemperanze verbali e stravaganze non possano essere più tollerate».
Anche l'opposizione e le organizzazioni umanitarie sono contrarie. Per lei non conta?
«Io voglio porre fine allo sconcio di vedere tanti bambini che vivono in condizioni disumane, l'unico modo per ottenere questo risultato è capire chi sono facendo un censimento delle presenze. Devo sapere la nazionalità, le parentele, la composizione delle famiglie. Soltanto in questo modo posso dare loro un documento e fissare le regole per sapere chi può rimanere e chi invece non ha i requisiti».
Però in questo modo si ottengono le impronte e le fotosegnaletiche anche di chi non ha commesso alcun reato.
«Abbiamo verificato che nei tribunali e nelle procure minorili chi ha meno di 18 anni e deve essere affidato a un istituto perché è senza famiglia viene sottoposto ai rilievi proprio per ricostruire la sua identità. Esattamente la procedura che stiamo portando avanti noi».
Dunque si creerà una sorta di «banca dati preventiva» per cercare gli autori di eventuali delitti. Le pare normale?
«Io devo essere in grado di sapere chi c'è in Italia, dove abita, che cosa fa, che cosa farà nei prossimi mesi. Non è un mistero che i bambini sfruttati per compiere reati vengano spostati da una città all'altra proprio per sfuggire ai controlli.
Allora perché si arrabbia tanto a sentir parlare di «schedatura»? «Perché questo termine ha un significato negativo e invece il nostro obiettivo, lo ripeto, è tutelare i minori».
L'Unicef continua a chiederle provocatoriamente per quale motivo non farlo anche per i minori degli italiani.
«Vorrei ricordare che gli italiani vengono iscritti all'anagrafe appena nati. In questo caso parliamo invece di sconosciuti che vivono in condizioni indecenti. È un dovere civico proteggerli, è un diritto delle istituzioni sapere chi vive a casa nostra ».
Fiorenza Sarzanini 28 giugno 2008

MARTEDÌ 17 GIUGNO 2008

Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, 30 maggio 2008, “Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi
nel territorio della regione Lombardia”.
(Ordinanza n. 3677). (GU n. 127 del 31-5-2008)
Il Presidente del Consiglio dei Ministri.
Visto l'art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; Visto l'art. 107 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112; Visto il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni,
dalla legge 9 novembre 2001, n. 401;
Visto il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 21 maggio 2008, con cui è stato dichiarato, fino al 31 maggio 2009,
lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi
nel territorio delle regioni Campania, Lazio e
Lombardia;
Considerata la situazione di estrema criticità determinatasi nel territorio della regione Lombardia, a causa della presenza di numerosi cittadini
extracomunitari irregolari e nomadi
che si sono stabilmente insediati nelle aree urbane;
Considerato che detti insediamenti, a causa della loro estrema precarietà, hanno determinato una situazione di grave allarme sociale, con possibili gravi ripercussioni in termini di ordine pubblico e sicurezza per le
popolazioni locali;
Ravvisata la necessità di procedere all'adozione di provvedimenti di carattere straordinario e derogatorio finalizzati al rapido superamento dell'emergenza, demandando ad organi all'uopo istituiti la realizzazione dei
singoli interventi;
Ravvisata l'esigenza di attivare tutte le iniziative volte a garantire il rispetto dei diritti fondamentali e della dignità delle persone,
assicurando mezzi certi di identificazione, anche ai fini dell'applicazione delle vigenti disposizioni di carattere umanitario e in materia di immigrazione, e strumenti che consentano l'accesso alle prestazioni essenziali di carattere sociale, assistenziale e sanitario, avuto anche riguardo alla tutela dei minori da soggetti o organizzazioni criminali che utilizzano l'incertezza sulla identità o sulla provenienza anagrafica al fine di porre in essere traffici illeciti e
gravi forme di sfruttamento;
Visto il «Patto per Milano sicura», sottoscritto in data 18 maggio 2007 dal Prefetto di Milano ed il Sindaco di Milano;
Visto il «Protocollo d'intesa per la realizzazione del piano strategico
emergenza rom nella città di Milano»
siglato il 21 settembre 2006 dal prefetto di Milano,
dal Presidente della regione Lombardia,
dal Presidente della Provincia ed il Sindaco di Milano;
Vista la direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre 2004, recante «Indirizzi in materia di protezione civile in relazione all'attività contrattuale riguardante gli appalti pubblici di lavori, di servizi e di forniture di rilievo comunitario»;
Acquisita l'intesa della regione Lombardia;
Su proposta del Capo del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri;
Dispone:Art. 1.
1. Prefetto di Milano è nominato Commissario delegato per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza di cui al decreto del Presidente del Consiglio deiMinistri del 21 maggio 2008, citato in premessa, nel territorio della regione Lombardia.
2. Il Commissario delegato, nell'ambito territoriale di competenza, se del caso anche in deroga alle disposizioni vigenti in materia ambientale, paesaggistico territoriale, igienico-sanitaria, di pianificazione del territorio, di polizia locale, viabilità e circolazione stradale, e salvo l'obbligo di assicurare le misure indispensabili alla tutela della salute e dell'ambiente, provvede all'espletamento delle seguenti iniziative:
a) definizione dei programmi di azione per il superamento dell'emergenza;
b) monitoraggio dei campi autorizzati in cui sono presenti comunità nomadi ed individuazione degli insediamenti abusivi;
c) identificazione e censimento delle persone, anche minori di età, e dei nuclei familiari presenti nei luoghi di cui al punto
b), attraverso rilievi segnaletici;d) adozione delle necessarie misure, avvalendosi delle forze di Polizia, nei confronti delle persone di cui al punto
c) che risultino o possano essere destinatarie di provvedimenti amministrativi o giudiziari di allontanamento o di espulsione;
e) programmazione, qualora quelli esistenti non riescano a soddisfare le esigenze abitative, della individuazione di altri siti idonei per la realizzazione di campi autorizzati;
f) adozione di misure finalizzate allo sgombero ed al ripristino delle aree occupate dagli insediamenti abusivi;
g) realizzazione dei primi interventi idonei a ripristinare i livelli minimi delle prestazioni sociali e sanitarie;
h) interventi finalizzati a favorire l'inserimento e l'integrazione sociale delle persone trasferite nei campi autorizzati,
con particolare riferimento a misure di sostegno ed a progetti integrati per i minori, nonchè ad azioni volte a contrastare i fenomeni del commercio abusivo, dell'accattonaggio e della prostituzione;
i) monitoraggio e promozione delle iniziative poste in essere nei campi autorizzati per favorire la scolarizzazione e l'avviamento professionale e il coinvolgimento nelle attività di realizzazione o di recupero di abitazioni;
l) adozione di ogni misura utile e necessaria per il superamento
dell'emergenza.
3. Fermo restando quanto disposto dal comma 4, l'approvazione dei progetti da parte del Commissario delegato sostituisce, ad ogni effetto, visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di competenza di organi statali, regionali, provinciali e comunali, costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico generale e comporta dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori, in deroga all'art. 98, comma 2, del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 salva l'applicazione dell'art. 11 del decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001 e successive modifiche ed integrazioni, anche prima dall'espletamento delle procedure espropriative, che si svolgeranno con i termini di legge ridotti della metà.
4. Qualora per l'approvazione dei progetti di interventi e di opere per cui è prevista dalla vigente normativa la procedura di valutazione di impatto ambientale di competenza statale e regionale, ovvero per l'approvazione di progetti relativi ad opere incidenti su beni sottoposti a tutela ai sensi della legge n. 42/2004, la procedura medesima deve essere conclusa entro e non oltre quarantacinque giorni dalla indizione della conferenza dei servizi. A tal fine, i termini previsti dal titolo III del decreto legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 e della citata legge n. 42/2004 sono ridotti della metà.
5. Il Commissario delegato cura l'attuazione delle procedure di trasferimento degli impianti e delle opere, realizzati sulla base della presente ordinanza, ai Comuni od agli altri soggetti istituzionalmente competenti, secondo il regime proprio dei singoli interventi.
Articolo 2.
1. Per la migliore efficacia delle azioni di propria competenza, il Commissario delegato può attivare le necessarie forme di collaborazione con la Regione, altri soggetti pubblici e, per i profili umanitari e assistenziali, con la Croce Rossa Italiana.
2. Al fine di assicurare piena effettività agli interventi e alle iniziative di cui alla presente ordinanza, il Commissario delegato è assistito dalla forza pubblica ed a tale fine i prefetti delle altre province territorialmente coinvolte dall'emergenza in rassegna, i questori e le altre autorità competenti assicurano piena collaborazione per l'attuazione dei provvedimenti del
Commissario delegato.
3. Per le esigenze derivanti dall'esecuzione delle iniziative da porre in essere ai sensi della presente ordinanza, il Commissario delegato si avvale di unità di personale civile e militare dipendente da Amministrazioni dello Stato e da enti pubblici territoriali e non territoriali, che sarà messo a disposizione, con oneri a proprio carico, da parte degli uffici di appartenenza entro dieci giorni dalla richiesta.
Articolo 3.
1. Per il compimento delle iniziative previste dalla presente ordinanza il Commissario delegato, ove ritenuto indispensabile, è autorizzato a derogare, nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, delle direttive comunitarie e della direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 22 ottobre 2004, alle seguenti disposizioni normative:
- regio decreto 18 novembre 1923, n. 2440, art. 3, ed articoli 8, 11 e 19;
- regio decreto 23 maggio 1924, n. 827, articoli 37, 38, 39, 40, 41, 42, 117, 119;
- regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, art. 4;
- regio decreto 6 maggio 1940, n. 635, art. 7;
- decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, articoli 13, 54, comma 1, lettere b) e c), commi 2, 3, 4;- legge 7 agosto 1990, n. 241, articoli 7, 8, 9, 10, 10-bis, 12, 14, 14-bis, 14-ter, 14-quater e 14-quinquies, e successive modificazioni ed integrazioni;
- decreto del Presidente della Repubblica 8 giugno 2001, n. 327, articoli 11, 15 commi 2, 3, 8 (limitatamente ai termini ivi previsti che sono ridotti alla meta); art. 19; art. 22-bis; articoli 32, 34,37, 38, 40, 41, 42, 47, 50;
- decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, articoli 6, 7, 8, 9, 10, 13, 14, 17, 18, 19, 20, 21, 33, 37, 42, 55, 56, 57, 62, 63, 65, 66, 68, 70, 75, 76, 77, 80, 81, 98 comma 2, 111, 118, 128, 130, 132, 141, 241;
- decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, articoli 21, commi 4 e 5, 22, 25, 26, 28, 45, 46, 151 e 153, e successive modifiche ed integrazioni;
- regio decreto 27 luglio 1934, n. 1265, e successive modifiche ed integrazioni;- decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, articoli 11, 12, commi 3, lettera b), e 5, 13, 45, comma 6, 159, 195, 200, 215, e successive modifiche ed integrazioni;- decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modifiche ed integrazioni, articolo 101, 105, 106 e 107
- Titolo I - Sezione II - Parte III; articoli 118, 120, 121, 124, 125 e 126
Titolo IV - Sezione II - Parte III; articoli 199, 208, 210 e 211 Titolo I - Parte IV; articoli 239, 240, 241, 242, 243, 244, 245, 246, 247, 248, 249, 250, 251, 252, 253
- Titolo V - Parte IV;- decreto legislativo 28 marzo 2000, n. 76, articoli 16 e 17; - legge 23 dicembre 1978, n. 833, e successive modifiche ed integrazioni;- leggi ed altre disposizioni regionali strettamente connesse agli interventi previsti dalla presente ordinanza.
Articolo 4.
1. Per l'avvio dei primi interventi di cui alla presente ordinanza, è assegnato al Commissario delegato un primo stanziamento di euro 1.000.000,00, da trasferire su apposita contabilità speciale all'uopo istituita ed al medesimo intestata.
2. Agli oneri di cui al comma 1, pari ad euro 1.000.000,00 si provvede a carico del bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
3. Con successive ordinanze di protezione civile verranno quantificate, all'esito delle attività preliminari poste in essere dal Commissario delegato e delle progettualità individuate come necessarie, le ulteriori risorse finanziarie da destinare all'attuazione del presente provvedimento e disposti i relativistanziamenti.
Articolo 5.
1. La Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della protezione civile rimane estranea ad ogni rapporto contrattuale posto in essere in applicazione della presente ordinanza. La presente ordinanza verrà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il Presidente: Berlusconi, Roma 30 maggio 2008

VENERDÌ 13 GIUGNO 2008

Dichiarazione dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi
nel territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia (GU n. 122 del 26-5-2008)Il Presidente del Consiglio dei Ministri
Visto l'art. 5 della legge 24 febbraio 1992, n. 225; Visto l'art. 107 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112;
Visto il decreto-legge 7 settembre 2001, n. 343, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2001, n. 401;Considerata la situazione di estrema criticità determinatasi nel territorio della regione Lombardia, a causa della presenza di numerosi cittadini extracomunitari irregolari e nomadi che si sono stabilmente insediati nelle aree urbane;
Considerato che detti insediamenti, a causa della loro estrema precarietà, hanno determinato una situazione di grave allarme sociale, con possibili gravi ripercussioni in termini di ordine pubblico e sicurezza per le
popolazioni locali;
Considerata la situazione in cui versa il territorio della città di Milano, in cui la presenza dei nomadi è stimata in circa seimila unità, e dove all'interno dello stesso insediamento urbano sono sorti accampamenti abusivi in aree industriali dismesse nei quali confluisce la grande maggioranza della
popolazione nomade;
Considerata la particolare conformazione urbanistica della città di Milano, in cui i confini dei numerosi comuni limitrofi giungono in un'area molto prossima al perimetro urbano del capoluogo di regione, con conseguente impossibilità di adottare soluzioni finalizzate ad una sostenibile distribuzione delle
comunità nomadi
senza il coinvolgimento di tutti gli enti locali interessati;
Considerato che la medesima situazione di elevata criticità interessa anche le provincie di Napoli e Roma, dove si registra un'elevata presenza di comunità nomadi nelle aree urbane e zone circostanti, con insediamenti in larga misura abusivi;
Considerato altresì che la sopra descritta situazione ha determinato un aumento dell'allarme sociale, con gravi episodi che mettono in serio pericolo l'ordine e la sicurezza pubblica;
Considerato che la predetta situazione, che coinvolge vari livelli di governo territoriale, per intensità estensione, non è fronteggiabile con gli strumenti previsti dalla normativa ordinaria;
Visto il «Patto per Milano sicura», sottoscritto in data 18 maggio 2007 dal prefetto di Milano ed il sindaco di Milano;
Visto il «Protocollo d'intesa per la realizzazione del piano strategico emergenza rom nella città di Milano» siglato il 21 settembre 2006 dal prefetto di Milano, dal presidente della regione Lombardia, dal presidente della provincia ed il sindaco di Milano;
Visto il «Patto per Roma sicura» sottoscritto in data 18 maggio 2007 dal prefetto di Roma, dal presidente della regione Lazio, dal presidente della provincia ed il sindaco di Roma;
Viste le note del 14 e 16 maggio 2008 con cui il Ministro dell'interno, rappresentando la grave situazione determinatasi, ed il concreto rischio che degeneri ulteriormente, ha richiesto l'urgente adozione di misure di carattere eccezionale;
Ritenuto quindi necessario il ricorso a mezzi e poteri straordinari per il superamento dell'emergenza in rassegna, ricorrendo, nel caso di specie, i presupposti di cui all'art. 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225;Acquisita l'intesa delle regioni
Campania, Lazio e Lombardia;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri adottata nella riunione del 21 maggio 2008;Decreta: ai sensi e per gli effetti dell'
in considerazione di quanto in premessa,
...
è dichiarato, fino 31 maggio 2009,
lo stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi
nel territorio delle regioni Campania, Lombardia e Lazio.
Il presente decreto verrà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Il Presidente: Berlusconi, Roma 21 maggio 2008

GIOVEDÌ 12 GIUGNO 2008

Nell'ultima settimana si sono intensificati anche a Torino episodi di intimidazione e sopruso da parte di autorità preposte all'ordine pubblico nei confronti di stranieri. Alcuni di questi hanno avuto spazio sui quotidiani, mentre altri non sono stati resi noti.Nei confronti dei Sinti, vi è stata lunedì mattina intorno alle cinque del mattino un'irruzione di una sessantina di agenti in tenuta antisommossa nel campo comunale di via Lega. Gli abitanti sono stati fatti uscire dalle loro abitazioni e radunati al centro del “campo” dove hanno atteso in piedi per ore che venissero fatti i controlli sulle loro identità.I Sinti non hanno voluto coinvolgere i giornalisti e hanno scritto la seguente lettera che abbiamo avuto in dattiloscritto da Secondo Massano, presidente dell'Opera Nomadi di Torino.«Anche a Torino c'è stato un blitz rastrellamento, tipo Milano, nel vecchio “campo nomadi” di via Lega, datata residenza di un gruppo di sinti piemontesi.Operazione "antisommossa", all'alba, con spropositati agenti e mezzi agli ingressi nonché costrizione dei residenti di uscire dalle loro abitazioni per confluire al centro del “campo” ed essere infine sottoposti a sfibranti controlli personali.Cose mai viste in un accampamento "regolare", ricco di potenziali indicazioni per ulteriori insediamenti abitativi a misura di cittadini italiani, sì diversi, ma decisamente radicati, dopo molte tribolazioni, sul territorio.Uomini, donne e bambini del “campo” ritengono di essere stati bistrattati ed offesi come persone e come cittadini: è anche uno sgarbo alla ospitale città di Torino, "medaglia d'oro" alla Resistenza che ha fatto riacquistare la libertà a tutti i cittadini dopo un periodo oscuro e autoritario decisamente cancellato che non deve mi più ritornare».
Un gruppo di Sinti
con l'Opera Nomadi, Torino, 9 giugno 2008